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Latina. Caso Welby. Marco Pannella: «Un infame accanimento terapeutico». Marco Cappato: «La giustizia giusta ha tempi immediati...»
Fa discutere il caso di Piergiorgio Welby, l'esponente radicale, presidente dell'Associazione
Luca Coscioni che sta facendo della sua malattia una grande battaglia civile, umana
e politica.
Ha scritto Marco Pannella: «Mi sembra che nella vicenda che colpisce e ferisce l’immagine stessa della "politica"
e dello Stato italiani vi sia una semplicissima realtà che si cela dietro la solita
cortina di nebbie ideologiche e cala sull’Italia e tutti noi soffocandoci.
La realtà del "caso Welby" si riduce a questa semplice scelta impostagli: morire
in queste ore o nei giorni, se non settimane, prossimi, ucciso per soffocamento, con
una agonia atroce; o morire, se possibile, alcune ore o giorni prima, serenamente, sedato.
È un caso clamoroso ed infame di accanimento terapeutico. L’eutanasia, qui, non c’entra,
c’entra invece una realtà italiana difficilmente immaginabile altrove, anche a Teheran».
Oggi intanto, presso il tribunale di Roma in viale Giulio Cesare 54/b (I Sezione,
stanza dott.ssa Salvio) alle ore 12, si terrà l'udienza sul ricorso presentato da
Welby per interrompere senza soffrire l'accanimento contro di lui.
Ha detto Marco Cappato, eurodeputato dei Radicali:
«È stato proprio in segno di rispetto per il giudice e gli operatori della giustizia
che, su richiesta di Piero Welby, abbiamo sospeso lo sciopero della fame. Voglio
in ogni caso sottolineare che le condizioni del nostro co-Presidente sono tali
- e tanto chiaramente espresse - che l'unica giustizia possibile è quella con tempi
certi ed immediati. Tanto più che la decisione di sospendere un trattamento è una
decisione che appartiene, secondo la nostra Costituzione, al solo Piergiorgio Welby».
Elisabetta Rizzo
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