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Latina. Caso Orsal. Giuseppe Pannone: «Il sindaco sceriffo passa la mano al commissario». Qui comincia l'avventura del signor Bonaventura
«L’amministrazione comunale glissa ancora una volta la discussione sulla strana gestione della vicenda Orsal, chiedendo un rinvio del Consiglio Comunale.
Per la terza volta il centrodestra evita di esprimersi, ben consapevole che possono emergere responsabilità e, comunque, conscia che è difficile dare spiegazioni credibili alla cittadinanza». Scrive Giuseppe Pannone, consigliere comunale della Margherita:
«La tesi del sindaco è che comunque l’amministrazione ha “conquistato” un terreno di valore con un costo inferiore a quello di mercato. Quel che non si comprende è il perché in questa vicenda un privato riesce ad ottenere un vantaggio economico consistente (con un acquisto di 600.000 euro riesce in 18 mesi a guadagnarne 1.000.000, dato che oggi richiede un risarcimento di oltre 1.600.000 euro). Una sorta di camera di compensazione, nella quale al vantaggio del privato corrisponde un acquisto del Comune, senza badare a chi ne paga le conseguenza. Di fatto si constata l’assenza completa di strategia politica e di programmazione, solo la casualità.
Viene in mente il personaggio di Stò (al secolo Sergio Tofano) che nel 1917 si inventò il signor Bonaventura, fortunato protagonista di migliaia di vignette, che ad ogni avventura guadagnava un milione. A fargli da contraltare il signor Barbariccia che era spesso l’origine della fortuna del protagonista. Colui che quasi sempre elargiva la somma si chiamava il bellissimo Gegé.
Insomma ciò che accaduto assomiglia molto all’avventura del personaggio fumettistico. Il fortunato imprenditore potrebbe essere il signor Bonaventura, il suo contraltare sarebbe il sindaco, mentre il presidente del consorzio di bonifica potrebbe essere Gegé. Resta da identificare chi possa essere il Bassotto Giallo, cioé colui che innescava le vicende.
Al di là delle analogie fumettistiche (tra l’altro, nel 1928 venne pubblicata una vignetta intitolata “una losca vicenda”), ne esce una vicenda assurda nella quale il sindaco sembra aver fatto la parte del pesce in barile, dato che nelle more della definizione di una transazione con la richiesta di apposito rinvio richiesto in giudizio dalle parti in causa e con una proposta di accordo già messa su carta, in soli sei giorni Spagnolo è riuscito a fare tutti gli atti per vendere i diritti di causa alla Lepanto.
Alla fine, sembra che la soluzione della maggioranza è quella di cercare di lavarsene le mani, dato che sfugge al confronto, non fornisce risposte credibili e chiare e si nasconde sotto l’area protettiva del commissario ad acta, al quale spetterà dipanare la matassa.
Il solo risultato immediatamente visibile sarà che i cittadini dovranno far fronte ad un altro mutuo per un ulteriore debito fuori bilancio. Intanto il Sindaco prende tempo per poter avere un’ulteriore consulenza specialistica, i costi a carico della comunità: tanto per non perdere il vizio!».
Elisabetta Rizzo
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