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Latina. Un'oasi per la protezione dei somari. Antonio Pennacchi: «È un suggerimento ai propugnatori dei valori della destra culturale»

Pare che Di Giorgi, assessore comunale di Latina, abbia l’altro giorno dichiarato: “È un momento importante per tutta l’amministrazione, per la promozione dei valori positivi”. Ci fa piacere. Intanto però apprendiamo pure che un piccolo editore locale si appresterebbe a lanciare in grande stile una originale raccolta e pubblicazione di “pillole” di narrativa a spazio chiuso e predeterminato (max 5.000 battute). Una iniziativa simile però – denominata “Modica Quantità: pillole di narrativa in 2.500 battute” – era già in corso da più di un anno a cura di Anonima Scrittori, che l’aveva creata e diffusa ampiamente, sia su web sia con numerosi reading tenuti anche fuori Latina, tra cui Milano. L’unica ma sostanziale differenza tra i due progetti – oltre al piccolissimo particolare della originalità e paternità intellettuale della creazione – è che quest’ultimo progetto “d’imitazione” verrà finanziato con i soldi pubblici dell’assessorato di Di Giorgi. Quali sarebbero quindi i “valori positivi” che questa amministrazione avrebbe intenzione di promuovere? Il copia e incolla? E porta a casa? Del resto qui da noi non sarebbe un’assoluta novità essendoci, pare, anche qualcuno che avrebbe denunciato Barbareschi per essersi appropriato nell’Ultimo Gattopardo di diritti non suoi. Già l’anno scorso, poi, l’assessorato provinciale alla cultura finanziò a terzi, con 87mila euro, una mostra-catalogo sulle città di fondazione che ricalcava – e pure male, con una serie asinina di sfondoni, errori e/o falsificazioni – progetti e ricerche fatti da altri. Dice: “Vabbe’, ma che non lo sai che la vita è una giungla?”. Appunto, e come no? Nella giungla ci stanno animali come i leoni – o i leo-gattopardi – che si vanno a snidare e cacciare le prede, poi ci stanno i roditori che se le vengono a mangiare. Ma quella è la giungla, non è i “valori positivi” della cosiddetta “nuova destra”. È mai possibile che uno – ogni volta che gli capiti sotto mano un qualche soldo pubblico da buttare anche in cultura – chiami regolarmente gli “imitatori”, evitando sempre di rivolgersi agli “originali”? E che stai mettendo su – dopo il porto e la metro – pure un’oasi per la protezione dei somari?

Antonio Pennacchi


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