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Latina. I Democratici di sinistra guardano avanti. Sesa Amici è il nuovo segretario provinciale. «Dobbiamo cominciare a conquistare comuni»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS con l'on. Maria Teresa Amici, nuovo coordinatore provinciale dei Ds di Latina. Quali sono i suoi programmi più immediati?
«Dovremo dare conto all'intero partito del percorso che ci siamo dati. Svolgere il ruolo di coordinatrice in questa fase significa affrontare da subito il nodo delle elezioni amministrative, e di farlo dentro la strategia complessiva che vede noi e la Margherita impegnati insieme nella costruzione di un grande progetto politico, che è la costruzione del partito democratico, a cui non può corrispondere un diverso atteggiamento sul piano amministrativo, e l'obiettivo è quello di credere, di iniziare a conquistare Comuni, che è un punto decisivo per tutti noi. Il secondo obiettivo sarà quello di portare questa organizzazione del partito dei Democratici di Sinistra al congresso entro il quale non solo ci si confronterà sul piano delle linee politiche, che saranno oggetto di discussione congressuale, ma soprattutto di ridare serenità a questa organizzazione e scegliere un segretario eletto sulla base del congresso ma che possa compiere la sua azione in un clima più sereno, più unitario, più solidale».
Lei ha toccato un punto critico: trovare unità in un partito che in questi ultimi mesi si è diviso. Sono dialettiche che si possono definire superate?
«Se la dialettica fosse solo quella delle posizioni politiche, credo che questo sarebbe un arricchimento per qualsiasi forma di associazione, in particolare per un partito. Spesso però noi abbiamo assunto quella dialettica di posizione con un eccessivo personalismo. Abbiamo bisogno di sentirci più squadra, una squadra in cui prevalga l'idea del "noi". Noi abbiamo nella federazione di Latina - e non da oggi - grandi individualità, grandi soggettività che, se continuano a vivere da sole queste loro soggettività e non le mettono a disposizione di un qualcosa di più grande e collettivo, corrono il rischio della debolezza e questa debolezza è stata quella che abbiamo fatto emergere in tutti questi mesi proprio perché non riuscivamo a fare squadra. L'importante ora è ridefinire un progetto, all'interno del quale ci sarà posto per tutti, non solo per le articolazioni di posizioni politiche».
Le primarie a Latina: come avete letto la vittoria del candidato della Margherita, Mansutti, e soprattutto l'elevato stacco di voti (circa 900) con cui ha lasciato alle spalle il vostro candidato, Lazzaro?
«È importante capire cosa intendiamo per primarie: è del tutto evidente che quando si sono decise le primarie per la città di Latina, l'obiettivo era di dare la possibilità, all'insieme dell'elettorato di centro sinistra, di svolgere un'azione di tipo partecipativo. In questa azione si sono messi a disposizione cinque candidati, con l'obiettivo di avere un candidato sindaco sul quale poi lavorare concretamente nella costruzione del centro sinistra. Se si dà una lettura che quei cinque candidati erano espressione diretta dei partiti su cui si misurava la forza dei singoli partiti, è un'interpretazione su cui si può fare solo del gossip. Noi abbiamo candidato il segretario comunale, Nino Lazzaro, che oggi rappresenta non lo sconfitto, ma una delle risorse vere del centro sinistra e su questo dobbiamo provare a ragionare, cambiando anche linguaggio e modalità».
In primavera non si voterà solo a Latina nella provincia, ma anche in diversi altri Comuni. Per la scelta dei candidati a sindaco per il centro sinistra, su che base decidere se affidarsi alle primarie o alle indicazioni dirette dei partiti?
«È un dibattito che in alcune realtà locali ha già avuto una propria autonomia nelle decisioni dei partiti. Credo che su questo dovremo fare un approfondimento di merito e soprattutto dare la sensazione che le primarie sono un elemento che ci aiuta, che anticipa la campagna elettorale per la riconquista dei Comuni, e non un problema che risolve la questione dei gruppi dirigenti dei diversi partiti attraverso l'esito delle primarie; sarebbe poi un errore affrontare la campagna elettorale. Faremo un approfondimento a livello provinciale anche con le altre forze per decidere - su ogni realtà - che tipo di atteggiamento avremo. Dove sono state già decise le primarie, è giusto che si vada avanti. Sulle altre situazioni dovremo costruire le condizioni per avere comunque l'idea che attraverso le primarie noi possiamo richiamare ad uno spirito più partecipativo un elettorato che appare un po' deluso e anche un po' distaccato dai partiti».
Nel corso della conferenza stampa, l'on. Domenico Di Resta, consigliere della Regione Lazio ed esponente di punta dei Ds di Latina, ha sottolineato che il partito della quercia guarda con favore e speranza al rilancio della Margherita in provincia: «Sarebbe stato un errore se fossero state fatte per valutare il peso dei partiti: abbiamo invece avuto cinque candidati forti all'interno di un progetto condiviso. C'è stato un voto, che nelle primarie si esprime liberamente e non irrigidito nelle logiche politiche: ora abbiamo un forte candidato sindaco, Mansutti, che è stato sindaco di un'esperienza di anticipazione del centro sinistra a Latina. Ringrazio Nino Lazzaro per la sua candidatura: anche lui sarà parte di questo progetto».
Andrea Apruzzese
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