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Latina. Cristo non si corica. Esce per le edizioni Il Filo il secondo libro della trilogia noir di Felice Muolo. Mix di crudezza e dolce semplicità

Dopo "Complanare Putta", arriva in libreria il secondo libro della trilogia noir di Felice Muolo, “Cristo non si corica” (edizioni Il Filo - Collana Nuove Voci, pagg. 144, euro 13,00); un libro drammatico che si distingue per la crudezza e la semplicità del linguaggio di un disarmante realismo. Un realismo che ti tocca, ti colpisce, ti spiazza. La trama è coinvolgente, buttata lì da un abile artigiano, strutturata in capitoli brevissimi, che dipingono in maniera brutale, nuda, quasi senza lasciare un dubbio, un mistero, questi “casi psicologici”, ovvero i protagonisti. Nonostante siano capaci di tradimenti, di omicidi, addirittura di suicidi, Felice Muolo trova loro una giustificazione nel loro passato drammatico, nel silenzio disperato delle loro vite, nelle loro ferite mai curate, nelle loro richieste disperate di affetto, di una umanità struggente che è diventata adesso soltanto una parola, segnata a matita nel registro delle buone intenzioni. Una serie di intrecci, vicende familiare e reati – chi più ne ha, più ne metta – è il contesto della loro vita squallida, senza senso, senza nocciolo, senza contenuto. E quel titolo scelto con gusto e intelligenza, “Cristo non si corica”, sta a significare proprio la giustizia divina (o se vogliamo la punizione divina) che si abbatte nel finale su di ognuno di loro, divisa ed elargita dalla mano di un prete, ovviamente anche lui vittima di un passato senza affetto, un passato di desolazione. Il romanzo tiene il lettore con il fiato sospeso per l’imprevedibilità dei personaggi, costruita in maniera esemplare dall’autore così come anche la loro sconfitta. Un libro che vale la pena leggere per la sua crudezza impressionante, per le descrizioni accurate della psicologia e del vuoto interiore degli attori della vicenda; un libro che ti lascia un sapore dolce-amaro. Ma proprio per questo, perché stimola domande, interrogazioni interiori, alla ricerca del senso vero del nostro esistere e del nostro agire.

Diana A. Harja


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