Lunedì 02/06/2025 
Parvapolis
categorie
Home page
Appuntamenti
Cronaca
Cultura
Economia
Politica
Sport


Parvapolis >> Cultura

Latina. La Polemica di Pennacchi. Gian Luca Campagna (Ego): «Noi abbiamo copiato? L'Anonima scrittori ha il copyright del racconto breve?»

Caro Direttore, ho sempre evitato di cadere in polemiche sterili, perché sono abituato da sempre alla cultura del fare e non a quella del distruggere, sport italico per eccellenza e pontino per eredità e tradizione. Però, ora mi sento di intervenire. Non l´ho fatto in occasioni precedenti per la puerilità (e certa paranoia) di certi contenuti di certi personaggi ma ora credo sia giunto il momento. Pennacchi è un uomo che cerca in continuazione la polemica becera per sentirsi vivo, anche quando la polemica è tirata per i capelli, pretestuosa, fanciullesca, ipocrita, sciocca, colma di rancore e rabbia per chissà quale motivo [...]. Il piccolo editore locale che ha lanciato (e non `si appresterebbe a lanciare´, come dice Pennacchi nel suo intervento, ma non è una novità che a Pennacchi sfuggano spesso modi e tempi della vita condotta alla luce del giorno) l´iniziativa dei racconti brevi (denominato `Storie da bar´, che non ha nulla da spartire con le iniziative dell´Anonima Scrittori, anzi coinvolta in tempi debiti e non sospetti per tentare di fare sinergia col progetto della Ego) non ha affatto preso spunto dall´iniziativa dell´Anonima stessa, in quanto il progetto è completamente diverso e l´unica affinità è che il racconto debba essere breve per partecipare, a meno che la stessa Anonima non abbia inventato le short story. Ma questo non ci risulta. È sinonimo di arroganza e fortissima presunzione definire di propria paternità il genere dei racconti brevi, come se la cultura o l´evasione culturale fosse appannaggio di Pennacchi e di chi per lui. Altrimenti a breve etichetteremo noi stessi il peto o il pernacchio con dovuto marchio e copyright, in modo da essere fragorosi nelle esternazioni che nessuno potrà (tantomeno il Pennacchi scrittore famoso) dire che la paternità non è la nostra, esibendo tanto di foglio burocratico che attesta la nostra paternità per un cotanto rumoroso tono. Ma come fa Pennacchi, poi, a parlare lui stesso di valori positivi se lui stesso, che viene definito scrittore di successo [...], non ha mai prodotto una cosa che fosse una nel territorio dove è nato, dove è cresciuto e dove opera e che ricadesse sulla collettività? La differenza tra lui e noi è che Ego da sempre ci mette faccia e nomi nelle cose che fa, mai nascondendosi dietro una vetusta e anacronistica `cultura di classe´ ristretta e per pochi eletti o dietro nickname e pseudonimi, mai coinvolgendo soltanto il proprio recinto ma allargando sempre più ogni iniziativa a tutti, senza alcuna distinzione e qui carta canta. L´unica cosa organizzata dal signor scrittore famoso a rigor di memoria è stato un convegno anti, che la dice lunga sulla qualità delle idee dello stesso. Già, perché le cose non si organizzano per, ma, secondo Pennacchi, anti. E ci credo che ci resta male quando sente parlare di valori positivi. Lui, che è anti-tutto. E non certo per reale convinzione, ma perché si è voluto creare quest´alone di personaggio anti-tutto, anche anti-sé stesso (e la qual cosa non sorprende affatto), perché i valori positivi e propositivi non sa nemmeno da che parte abitino. E, Pennacchi, non ce l´abbia a male, potrà partecipare al concorso di narrativa: anzi, avremo un buon occhio di riguardo verso il suo venerando scritto, vedremo certamente anche di selezionarlo e farlo entrare direttamente nelle pubblicazioni di quelle persone che `fanno cultura´, così entrerà di diritto nel recinto dei somari dove tanto gli piacerebbe scalpitare e continuare lui stesso a ragliare...

Gian Luca Campagna


PocketPC visualization by Panservice