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Latina. Nessuno tocchi Saddam. Marco Pannella comincia oggi uno sciopero della fame contro la pena di morte. «Un grande gesto d'amore...»

Marco Pannella ha iniziato uno sciopero della fame e della sete per chiedere al governo italiano «di impegnarsi subito e seriamente per scongiurare l'esecuzione immediata di Saddam Hussein». Il leader radicale si è offerto di recarsi immediatamente a Bagdad «per ottenere la conversione della pena di morte in trent'anni di reclusione». Se la condanna fosse eseguita, per Pannella «il governo iracheno compirebbe un atto infame, degno di quelli che furono propri di Saddam Hussein stesso, indegno di un Paese civile e democratico».
«Nel 2003, malgrado il voto ad ampissima maggioranza del Parlamento italiano per l'esilio di Saddam Hussein come alternativa alla guerra, governo e opposizione italiani non onorarono quella decisione. Saddam conobbe quella nostra iniziativa. Saddam Hussein vivo potrebbe rivelarsi strumento insostituibile e unico di pacificazione e di delegittimazione dell'esercito di bande assassine che compie impunemente stragi continue delle popolazioni irachene». Secondo Pannella «si presenta una straordinaria occasione per far esplodere nel cuore del Medio Oriente un grande atto di pace, un grande dibattito nei popoli e nelle coscienze, lo scandalo della nonviolenza come alternativa alle dittature e alla guerra».
Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, da Santiago del Cile dove si trova in visita ufficiale, ha dichiarato: «Siamo contro la pena di morte, come italiani e come europei. Non è un discorso in difesa di Saddam Hussein, io difendo il principio secondo cui la pena di morte non è accettabile e quindi continuo a sperare che questa sentenza non venga eseguita».

Elisabetta Rizzo


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