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Latina. Abbasso il film d'autore. Cronaca ordinaria e divertita della intensa due giorni di amenità, sano consumismo e divertito cazzeggio

Abbasso il film d’autore, evviva il cervello a folle. Questo l’imperativo del pomeriggio del 25 dicembre, quando - dopo la non stop a base di frittura, capitone, cappelletti in brodo, bollito, stracciatella, torrone e pandoro, c’è la voglia di qualche minuto di aria fresca che vada a finire dritto dentro una sala cinematografica. Quest’anno alle liti solite del Natale (altroché festa di pace e serenità) si è aggiunta la discussione sulla scelta tra De Sica e Boldi. Perfettamente inutile che il cuginetto minorenne chieda Boldi, dal momento che ha già visto Vacanze a New York: un Natale senza De Sica non può definirsi tale e le cugine anziane vincono e lo costringono alla seconda visione del film di Neri Parenti. Alle 18, mezz’ora prima dell’inizio del film, inizia la guerra per il biglietto. Alle 18.30, invece, la lotta è per trovare un posto. Pop corn e colacola muniti, cellulare rigorosamente acceso perché è l’unico momento dell’anno in cui può squillare in un cinema e ci si può permettere il lusso di rispondere, inizia la proiezione tra risate alle lacrime ed applausi a scena aperta. Poi si torna alle tavole imbandite, a crepare di formaggi e vino rosso. Chi decide di giocare a carte santifica la festa a base di bestemmie. Il giorno dopo è Santo Stefano e ci si dedica ancora ai parenti. Prima però, passeggiatina digestiva in centro. A Latina il sole splende e scotta, altroché bianco Natale. La pista di pattinaggio su ghiaccio in piazza del Popolo riscuote successo anche se rischia di squagliarsi da un momento all’altro. I bar sono affollati, la gente si incontra e ferma la macchina in mezzo alla strada. Ma tanto la guida è rallentata e nessuno si arrabbia. Finalmente gesti di pace e tolleranza, almeno sull’asfalto. Il presepe piace a tutti e quello di Marcello Cassoni è stato istituzionalizzato e fa bella mostra di sé nei giardini del comune. Sono passati i tempi di quando il suo appassionato compositore lo faceva nel giardino di casa sua in via Nievo. Ora si è talmente ingrandito che anche a palazzo se ne sono accorti e hanno commissionato un tema che riguardi la città. Ecco dunque il presepe con tanto di fontana, orologio e palla. A noi piace così e la gente fa la fila per guardarlo. Alla fine c’è chi esce e non ha capito dove stava il bambinello, tanto era intento a riconoscere i luoghi e la storia di tutti i giorni. A un centinaio di metri, in viale Italia, c’è il grande stand di Castagnina che vende i libri e gli acquirenti non mancano, nonostante la posizione un po’ decentrata. La mattinata sta per finire, lo stomaco si è ormai abituato ad una quantità inusuale di cibo. Un aperitivo e si ricomincia. Il tutto sfoggiando la borsa nuova dono del fidanzato, le calze fantasia arrivate dalla zia, il cellulare acquistato con i soldi elargiti dalla nonna una settimana prima del 24 al quale è attaccato il sonaglietto a forma di pantera rosa che si accende quando squilla, pensierino dell’amica. Ultimi sms per augurare feste “serene” (ma quando?) e il testimone dello stress passa ai preparativi per capodanno.

Maria Corsetti


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