Parvapolis >> Politica
Latina. Pena di Morte. I radicali ottengono da Prodi la richiesta di moratoria. I Riformatori Liberali: «Ma non sia una crociata anti-Usa»
«La proposta di moratoria universale delle esecuzioni capitali è una valida ed auspicabile ricaduta politico-istituzionale dell’impegno più volte ribadito dal Parlamento italiano per l’abolizione della pena di morte del mondo. Poiché la questione è certamente urgente, la proposta di moratoria ha anche un’indubbia validità pragmatica, poichè comporta la sospensione delle esecuzioni prima della (e a prescindere dalla) modifica degli ordinamenti penali in senso abolizionista». Lo afferma Benedetto Della Vedova, deputato di Forza Italia e presidente dei Riformatori Liberali, la formazione che non ha seguito Capezzone e Pannella nell'avventura della Rosa nel Pugno, a quanto ottenuto da Marco Pannella, dai radicali e dall'associazione Nessuno Tocchi Caino.
«Nel clima delle polemiche successive all’esecuzione di Saddam, la proposta del governo italiano non può e non deve però diventare la punta di lancia dell’ennesima campagna anti-Usa in sede Onu, mascherata, ancora una volta, da ragioni umanitarie. Il fatto che in alcuni stati degli Usa la pena di morte sia ancora praticata deve certo fare riflettere su quella che - anche se solo da qualche decennio - nell’U.E si considera ormai una estremizzazione giuridicamente inammissbile del diritto penale, ma non può fare concludere che oggi, anche rispetto alla pena di morte, il problema sia costituito dagli Usa o - peggio- dall’amministrazione Bush.
L’emergenza- in senso quantitativo e qualitativo- è e rimane quella dei regimi antidemocratici, a partire da Cina e Iran, che stanno ai primi due posti nella macabra classifica delle esecuzioni e che usano la pena di morte come strumento di persecuzione politica e di minaccia civile.
Vari esponenti del governo e della maggioranza hanno usato parole di sdegno e riprovazione contro il governo americano e irakeno per l’esecuzione di un dittatore sanguinario come Saddam. Se, in vista della campagna in sede Onu, non ne useranno di altrettanto chiare e sdegnate contro i paesi che non solo giustiziano i criminali, ma uccidono anche le adultere o i dissidenti politici, allora la campagna per la moratoria sarà inevitabilmente e inammisibilmente segnata da un pregiudizio (in Italia comodissimo e molto poltically correct) anti-Usa».
Elisabetta Rizzo
|