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Latina. Elezioni, la corsa a sindaco oggi e la prenotazione di domani. E Zaccheo parte col favore di chi ha già vinto prima di cominciare
La campagna elettorale è iniziata, si parte. Gli schieramenti sono già definiti ed una sola volta nel '93 a Latina vinse chi non aveva vinto prima: l'asse Finestra-Zaccheo. Anche se quello che rimaneva dell'ex Dc diviso in due correntoni piu' un paio di civiche (Partito Popolare (Redi) e Avvenire Democratico (Loffredo) ) restavano ampiamente maggioritarie nella città.
Insomma Zaccheo parte col favore di cui gode a Latina chi ha già vinto. E' riuscito, abilmente, a ammortizzare le frange rivoluzionarie di Forza Italia (Zappalà) e l'anarchismo-familista di Fabrizio Cirilli. Ed ora va di plano verso il secondo mandato.
L'unica cosa che l'abile Zaccheo non ha preventivato è stata la giocata di Claudio Moscardelli. Zaccheo si era quasi scelto come avversario Fortunato Lazzaro dei Ds, una candidatura testimonianza. Invece il basista Moscardelli ha giocato la carte della leadership a sinistra, ha capito che Domenico Di Resta aveva un consenso soffle: gonfiato dall'antagonismo con Giorgi, ma non reale. Ha capito Moscardelli che a Latina non ci sono i Dc ma i resti del Pci con qualche foglia di fico (Forte, lo stesso Lazzaro, Giorgio De Marchis) riformista o cattolico-democratica. Un bluff, un corpo estraneo alla comunità. Moscardelli ha giocato la carta Mansutti. Mansutti è moderato, è veneto, è democristano. Insomma è l'uomo giusto su cui far fiorire un centrosinistra, molto centro poco sinistra, ma sintonizzato con la realtà. Il primo dato è che Moscardelli gioca oggi non la madre di tutte le battaglie, ma una tappa di avvicinamento. Non siamo allo sbarco in Normandia, ma i carri armati cominciano ad essere ammassati ad Alessandria, ci sarò la riconquista di Tobruk ma l'idea è quella di fermare il centrodestra a El Alamein, tra cinque anni.
Bisogna creare la linea del fronte, e Moscradelli lo sta facendo. Di Resta è fuori gioco in un partito che affida le sue sorti a Sesa Amici che si trova a essere parlamentare per la terza volta, puntualmente senza consenso. Lei ha nel Dna l'idea di una sinistra che gestisce in periferia il potere romano, piu' che creare le condizioni per far nascere dalla periferia un potere condizionante i romani. Moscardelli pensa a domani, i Ds a gestire il presente. Sono i temi di una campagna elettorale dove a contare è il risultato ma non è da meno la “prenotazione”. C'è chi oggi corre per vincere (Zaccheo) e chi non si dispicerebbe di vincere ma che gioca per la vittoria prossima (Moscardelli). Sullo sfondo Fazzone e Cusani che stanno cercando non il tavolo da prenorare, ma per chi prenotare Latina, perchè loro, comunque vada, ci saranno e staranno di mano nel dare le carte. Se Giorgio De Marchis non caccia dal tempio i mercanti c'è il rischio che resti un Totti virtuale, uno che poteva far impazzire il pallone ma non ha toccato palla. A sinistra Moscardelli ha prenotato il posto di Cusani (il capo operativo), manca la prenotazione per quello di Fazzone, del capo nobile.
Lidano Grassucci
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