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Latina. Mettiamo le ali. Enrico Martucci: «Dal Comani è più rapido raggiungere la Stazione Termini di Roma che non oggi da Ciampino»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Enrico Martucci, funzionario
dell'Enac e già direttore dell'areoporto di Trieste. Lei ha
aderito al nascente comitato per la costituzione dell'Aeroporto civile e commerciale
di Latina. Il sogno dell'aeroporto è l'argomento principe delle ultime settimane,
con quali difficoltà deve fare i conti? «Innanzitutto c'è la questione dei militari.
Con cui bisognerebbe coabitare. Oppure che dovrebbero andare via dall'attuale
struttura del Comani, studiando insieme soluzioni alternative per la loro nuova ubicazione. È ovvio che una volontà di questo genere deve essere
di tipo governativo. Solo un incontro tra il Ministero della Difesa e quello
delle Infrastrutture e dei Trasporti può sciogliere questo nodo problematico.
Ma questo non è qualcosa di non superabile. Più duro invece è l'aspetto economico.
Perché se davvero vogliamo un aeroporto Low Cost, uno scalo internazionale,
e questo è sempre bene specificarlo, con tanto di Dogana e di Finanza, la
pista così com'è non va bene. Quindi non solo toccherà costruire ex novo
le strutture ricettive dei passeggeri, le stazioni di arrivi e partenze
che adesso ovviamente non ci sono, ma bisognerà anche intervenire sulla
pista. Un Boeing 737 ha bisogno di almeno 2400 metri, adesso Latina
ne ha 1700. Vedete, gli aeroporti in Italia sono classificati in categorie.
Ora siamo in terza. Dobbiamo far sì che sia in quarta». Perché Latina
è una candidatura forte per un altro aeroporto nel Lazio? «Noi partiamo
dalla necessità di snellire il traffico a Ciampino. Persino i residenti
sono esasperati. Ci sono disservizi e difficoltà dovute all'ingente mole
di voli di cui tutti abbiamo letto. Quindi c'è bisogno in zona di un'altra
struttura. Trasformare il Comani è la soluzione che rende appetibile
Latina. Soprattutto perché è vicino alla stazione ferroviaria.
Per un viaggiatore che deve raggiungere Roma, mettiamo la stazione Termini,
è addirittura più conveniente atterrare a Latina che non a Ciampino.
A Latina deve solo prendere un treno, e in 30 o 40 minuti è nel cuore
della capitale. A Ciampino deve aspettare un autobus che lo porti ad Anagnina
per poi, con la Metro, arrivare a Termini. In totale ci mette più del doppio
del tempo. In più adeguare il Comani costerebbe di meno che costruire
una struttura ex novo. Per questo Latina è per il momento avvantaggiata
rispetto ad altre candidature nel Lazio. Certo che se per qualche ragione dovessimo rinunciare al Comani
la candidatura sarebbe più debole».
Vantaggi per i cittadini, ma anche per l'economia... «Certo, i vantaggi per la popolazione sono evidenti. È un servizio di primissimo ordine. Per l'economia noi avremmo intanto molto lavoro sia per la costruzione della struttura, sia per il personale che vi sarebbe assunto. E poi pensiamo alle aziende e alle industrie che ci sono sul territorio. E all'interessante sinergia con l'Intermodale per la gestione del trasporto delle merci». Lei ha detto che occorrono volontà alte per dare il via. Anche Comune e Provincia sono sì e no spettatori rispetto a decisioni che andrebbero assunte, minimo, dalla Regione se non dal governo nazionale. Che senso ha allora un comitato che raccoglie voci "dal basso"? «Credo che una volontà dalla Regione già ci sia, comunque. Le voci dal basso possono servire a scuotere dal torpore chi sta sopra».
Secondo lei se venisse espressa una volontà
forte a livello ministeriale già da oggi che tempi occorrerebbero?
«Premetto che io gli aeroporti li dirigo e non li costruisco. Penso che il tempo
minimo sia almeno di due anni abbondanti. Ma le tante difficoltà farebbero allungare
la cosa e quindi una previsione ragionevole direbbe: tra i cinque e gli otto».
Diana A. Harja
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