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Sezze. La voglia di rialzare la testa. I Democratici di Sinistra: «Per una nuova idea di paese: tra cultura, turismo e risorse agricole»
Cultura, turismo, ambiente. Ruota intorno a queste parole chiave il progetto sinergico di sviluppo elaborato dai Democratici di Sinistra per rilanciare il nostro paese. Un paese fatto di uomini e donne con un forte senso civico, di giovani che vogliono essere i protagonisti del proprio futuro, di lavoratori ed imprenditori operosi. Scrive la sezione Gramsci dei Democratici di Sinistra:
«La nostra è la più grande città dei Lepini, che si trova in posizione di cerniera sull’Agro Pontino, crediamo che dalla nostra antica storia, dalla bellezza del paesaggio e del territorio, dalla nostra popolazione, operosa e produttiva, possano rinascere i presupposti per uno sviluppo economico e sociale del paese. Un progetto di crescita che parta dall’elaborazione del Piano Regolatore Generale, strumento di pianificazione per uno sviluppo economico e sociale a medio - lungo termine. Bisognerà lavorare affinché Sezze diventi una città accogliente e vivibile, capace di attrarre i flussi economici e turistici: dovremmo aggiungere alla storia ed alla cultura un insieme di servizi adeguati alle esigenze non solo dei turisti, ma anche degli imprenditori. Sono molte le opportunità che si stanno presentando per il nostro territorio: lo scalo ferroviario tra Roma e Napoli si trasformerà in metropolitana di superficie verso Roma ed attrarrà ulteriormente nuovi residenti presso la parte bassa del paese; il raddoppio della SS156 sarà un importante asse stradale che arricchirà enormemente la rete delle infrastrutture e potrà dare grandi prospettive di sviluppo se accuratamente sfruttate. Le innumerevoli strutture e beni culturali costituiscono un potenziale enorme, che chiede soltanto di essere utilizzato in modo più efficace e coerente per fini sociali ed economici, conseguibili già nel medio termine.
Il patrimonio culturale ed economico del territorio è chiamato a costituire un insieme integrato, un contesto di attrazione e di accoglienza per una domanda crescente che trova tuttora poche e poco qualificate risposte. Abbiamo da offrire molto: il Teatro Italiano (Anfiteatro), il Teatro all’aperto “U. Calabresi” del Centro Sociale, e “M. Costa “ e l’Auditorium “San Michele Arcangelo”, il Museo Archeologico, la Ludoteca e il Museo del Giocattolo, il Museo della Casa San Carlo, i siti archeologici, la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, la Sagra del Carciofo e della Zuppa di Pane con Fagioli e le altre innumerevoli manifestazioni che se opportunamente valorizzate potranno costituire un’ offerta invidiabile.
Una produzione agricola diversificata e di alta qualità, la posizione geografica strategica, un patrimonio archeologico da valorizzare, un centro storico da far tornare alla sua antica bellezza formano il contesto in cui si anima e si contamina l’identità setina.
Così come il patrimonio di impianti sportivi e la forte articolazione dei servizi sociali comunali rendono ricca la città di strutture orientate all’esercizio del tempo libero, all’accoglienza, all’assistenza ed alla cura del cittadino. Sono questi le base da cui ripartire per riappropriarci della nostra città ora lasciata a se stessa.
L’esperienza amministrativa setina degli ultimi anni registra l’incapacità delle liste civiche di rappresentare la ricchezza territoriale nel suo insieme, relegando la città di Sezze a logiche del personalistiche, isolando la città dal resto dei Lepini, dalla Provincia e dalla Regione, privandola anche del ruolo che le compete come capofila nelle relazioni politiche ed istituzionali.
La scommessa alla quale chiamiamo i cittadini, singoli ed associati, gli imprenditori, gli intellettuali, è quella di impegnarsi a dar vita ad un efficace strumento gestionale dell’intero capitale culturale del territorio per farne elemento di forte vocazione turistica e opportunità di investimenti. Un’offerta appetibile se opportunamente collegata alla filiera turistica e capace di assumere precise traiettorie di sviluppo e crescita sociale, dove il mondo agricolo e produttivo saranno parte integrante di questo del progetto.
Progetto che richiede una governance del territorio e della città capace di interagire con i grandi processi di trasformazione in atto e che permetta di uscire dal vicolo cieco in cui l’ultima esperienza amministrativa ha relegato il nostro paese».
Alessandro Mattei
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