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Latina. Stazione Termini, Roma laica batte un colpo. La Rosa nel Pugno: «Mai intitolata a Giovanni Paolo II. Sarebbe stato un atto grave»

Con la partecipata manifestazione di sabato Roma laica torna a battere un colpo. Alla Stazione Termini c’erano politici, associazioni, cittadini, personalità dello spettacolo. Dura la presa di posizione dei radicali della Rosa nel Pugno. «Abbiamo raccolto oltre 100 firme su due interrogazioni di iniziativa popolare con cui chiediamo al Sindaco di chiarire una volta per tutte. Cosa è stata dedicata, la Stazione o le steli? E quando saranno rimosse le steli? Sono stati spesi fondi del Comune? Due steli alte 12 metri nei punti più frequentati con scritto “Stazione Termini-Giovanni Paolo II” equivalgono ad una intitolazione, poco importa se sui biglietti ferroviari rimarrà la vecchia dicitura. Siamo franchi: quella dedica non è stata all’ “uomo del viaggio, dell’incontro” bensì al Sovrano di uno Stato estero e al Capo di una confessione religiosa. L’uomo è Karol Wojtila, Giovanni Paolo II è invece il Papa Re. Lo conferma la presenza alla cerimonia di dedicazione non solo del presidente della Cei, ma anche del Segretario di Stato Vaticano. Il quale non casualmente ha portato i saluti ed il “compiacimento” di Benedetto XVI per la dedica. Giovanni Paolo II non merita di essere ridotto a icona statalista e clericale. Noi della Rosa nel pugno, che alle elezioni eravamo “con Veltroni, laicamente”, chiediamo al Sindaco di confermare che la dedica è stata temporanea, e che le scritte dalle steli saranno rimosse».

Elisabetta Rizzo


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