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Latina. Tipi latini. Paolo Iannuccelli: «Ho raccontato Ponza perché la sentivo vicina. Poi mi hanno detto: perché non scrivi sulla tua città?»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Paolo Iannuccelli, scrittore e giornalista.
Una nuova fatica letteraria, "Tipi latini", di che si tratta?
«Si tratta di un libro che cerca di analizzare, dal punto di vista satirico, divertente,
alcuni personaggi degli anni sessanta e settanta. Sono decine i ritratti che ho inserito
in questa mia galleria. Ma questa pubblicazione vuole provare a fare un po' il bilancio
dei miei 43 anni qui a Latina e del mondo dello sport, della pallacanestro in particolare,
che ho sempre seguito per via della mia attività giornalistica». "Tipi latini", arriva
dopo "Gente di Ponza". Alla prossima a chi tocca? «Sì, quella è stata una soddisfazione.
Un libro arrivato alla terza edizione. Certo, sono due mondi completamente diversi.
Un conto è una piccola isola che ha delle persone impegnate nel mare, nel turismo,
nella pesca. Un capoluogo di provincia esprime personaggi che sono completamente diversi.
Ho cominciato con Ponza perché la sentivo molto vicina. Poi qualche amico mi ha spinto:
scusa, ma tu sei di Latina, perché non fai un libro sulla tua città?». Ci si ritrova
anche la gente comune in queste pagine? «No, cito gli amici. Chi mi ha stimolato
un sentimento io ho provato a dipingerlo». Lei si ritiene un osservatore attento?
«Io vivo tra le gente. Sono un uomo da marciapiede».
Diana A. Harja
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