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Latina. Pacs, la polemica. Daniela Campagna (Arcilesbica): «Caro Mottola, se nessuno avesse mai messo in discussione la chiesa saremmo ancora al sistema Tolemaico».
Sulla storia: «Non la fanno solo le minoranze»
L'associazione di volontariato Arcilesbica Latina "Le Zanzare" coglie
l'occasione per invitare la signora Ester Riccardi presso la nostra sede, al
fine di illustrarci il programma dell'associazione da lei rappresentata e di
conoscere le nostre attività, così da allargare le rispettive conoscenze.
"Le Zanzare" ha reso nota sul sito del comune di Latina la propria
operatività a partire dal maggio dello scorso anno, ossia molto prima della
propria costituzione come associazione che, come ricordiamo, data 2 agosto
2006. Il nostro compito principale è difendere le lesbiche da qualsiasi
discriminazione in quanto singole, coppie o gruppi e potenziarne la
visibilità, anche evidenziando le contraddizioni insite nella società.
Ricordiamo al signor Fausto Mottola che nel nostro Paese oltre due milioni di
persone vivono in coppie di fatto e pagano le tasse non godendo comunque degli
stessi diritti delle altre coppie; altri due milioni di persone sono
omosessuali e cercano disperatamente un riconoscimento giuridico delle loro
famiglie non fondate sul "matrimonio".
Tirando in ballo il comune di Latina, composto da singoli consiglieri comunali
appartenenti a varie fazioni, non dal solo sindaco uscente che comunque
fino ad ora nessuna di noi ha nominato - vorremmo ricordare che le oltre 4.000
persone omosessuali di Latina, contate naturalmente tra lesbiche e gay, non
vengono assolutamente tenute in considerazione da queste autorità e
soprattutto da quelle "persone mature che non cercano un PLACET per
esistere"; ma siamo coscienti che una piccola cittadina come la nostra possa
fare ben poco nei confronti di un intero stato che pecca e continua a peccare
in discriminazione.
È inconcepibile che in Italia coloro i quali si sono presi la briga di
rappresentare tutti gli italiani, non tengano conto di questa larga parte di
cittadini - che li hanno votati dopo le innumerevoli "promesse riformiste"
fatte - e soprattutto non tengano conto del fatto che la stragrande maggioranza
degli italiani (intorno al 60% complessivamente, tra laici e credenti, di
sinistra e destra e non politicamente schierati) siano favorevoli al
riconoscimento dei diritti civili per quelle coppie unite non da un contratto
matrimoniale, bensì da un "di fatto" che presuppone un sentimento e un
impegno tra i componenti della coppia.
Vorremmo rassicurare gran parte dei lettori di questo quotidiano online sul
fatto che il riconoscimento dei diritti di coppia di fatto non toglierebbe
nulla a quelle famiglie fondate sul matrimonio, famiglie che hanno come compito
basilare quello di restare unite per sempre e procreare in maniera naturale.
Cosa significa? Che le coppie unite in matrimonio che non procreano siano da
considerare di serie B?
Al contrario: ricoscere giuridicamente l'esistenza di nuclei familiari
diversi da quelli fino ad ora considerati in Italia, discriminandone gran
parte, sarebbe per l'Italia una stimabile dimostrazione di appartenenza
europea e forse sarebbe anche un'ottima terapia per i nostri connazionali,
abituati come sono a nascondere la chiara xenofobia (la paura dell'altro è
un grosso problema nel mondo intero) dietro il richiamo a radici
cristiano-cattoliche che, sarebbe ora, venissero riconsiderate - non negate
- alla luce dei secoli che passano. L'Italia non è uno stato
confessionale, se la storia non ci inganna: nessuno spiega perché si comporta
come se lo fosse. Tra l'altro, se non ci fossero state persone in grado di
spuntare laddove necessario queste tanto rivendicate radici
cristiano-cattoliche, probabilmente saremmo ancora alle prese con il sistema
tolemaico.
Se oltre il 63% degli Italiani ritiene eccessiva la presenza della religione
nella nostra società (indagine Eurobarometro) ci sarebbe da riflettere:
nessuno vuol fare imprecisioni storiche, ma la storia comprende anche l'oggi
che passa e di certo tutti gli italiani fanno storia, non solo una piccola
parte di quelli che vengono legittimati a parlare.
Daniela Campagna
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