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Latina. Il nuovo anno secondo la Cisl. Pasquale Verrengia fa il liberale: «Conteniamo le spese pubbliche e puntiamo sulla formazione»

La Cisl, primo sindacato per numero d’iscritti della provincia di Latina, traccia una sorta di bilancio preventivo dell’anno appena cominciato. “Anno nuovo, problemi vecchi, verrebbe da dire. Ma vorrei che il 2007 fosse, finalmente, l’anno del ‘riscatto’ socio-economico di questo territorio, considerato anche l’impegno assunto in prima persona dal Governatore regionale Marrazzo di sostenere il ‘Progetto Latina’. Posso solo augurarmi che pure la Provincia decida di partecipare alla costruzione di questo progetto, volgendo in positivo la polemica aperta con la Regione Lazio, accusata dall’Amministrazione locale di essere ‘disattenta’ verso l’area pontina. Se vi è una sede naturale presso cui far valere nell’immediato ragioni di questo tipo, è proprio il tavolo di programmazione già istituito. Non partecipare, invece, a ‘Progetto Latina’, come ad altri tavoli attivati dalla Regione, sarebbe soltanto un autogol, un danno per la nostra Provincia, un’azione irresponsabile”, così dice il Segretario Generale provinciale della Cisl, Pasquale Verrengia. Un altro tassello importante dell’azione cislina nel 2007, sempre nel rapporto con gli enti locali, riguarderà la politica dei redditi. Dice Verrengia: “E’ soprattutto a livello territoriale che si gioca, pur con l’attuale federalismo incompiuto, se non l’intera partita, la mano decisiva della tutela dei redditi e dello stato sociale. La Cisl provinciale vuole discutere della pressione fiscale locale, del livello delle addizionali Irpef, delle imposte di scopo eventualmente istituite per la realizzazione di opere pubbliche, dell’Ici e della revisione del catasto, delle soglie dei redditi da esentare, della dinamica delle tariffe (trasporti, rifiuti, acqua, asili ecc.), della quota di partecipazione dei cittadini alla spesa sociale, di quantità e qualità delle prestazioni assistenziali, sanitarie, del diritto allo studio. Vogliamo: concertare la riqualificazione della spesa pubblica, contro gli sprechi e ridefinendo le priorità (che non sono, certo, la moltiplicazione degli enti, dei consigli di amministrazione, delle convenzioni e degli incarichi esterni); rendere efficiente la pubblica amministrazione locale; integrare le politiche sociali per realizzare un welfare locale efficiente, con particolare attenzione alle categorie dei non autosufficienti; far sì che venga condotta una seria lotta all’evasione e al lavoro irregolare con effetti positivi sulle finanze locali; concertare i termini entro cui procedere alla liberalizzazione dei servizi locali con lo scopo di assicurare vantaggi ai cittadini in termini di costi, tariffe e qualità dei servizi erogati”. Parlando dell’attività più squisitamente sindacale, di ciò che la Cisl intende proporre nel 2007 sui luoghi di lavoro, Verrengia sottolinea come il sindacato sia atteso subito da un grande impegno politico ed organizzativo: il decollo della previdenza integrativa. “Il 26 gennaio – dice - abbiamo convocato l’intero quadro dirigente della CISL di Latina, i delegati, gli operatori, i militanti, attivisti e volontari di tutte le categorie, per discutere e approfondire il tema della previdenza integrativa, alla luce delle nuove norme introdotte dalla Legge Finanziaria. Un importante appuntamento che punta a creare le basi di una successiva corretta informazione in tutti i luoghi di lavoro da parte degli uomini e delle donne della CISL, che devono saper essere in prima linea a difendere la bontà di una scelta fortemente voluta dalla nostra organizzazione. Entro il 30 giugno i lavoratori dovranno esercitare l’opzione sul proprio Tfr, scegliendo se lasciarlo in azienda o farlo trasferire all’Inps, se farlo versare a uno dei Fondi ‘aperti’ gestiti da banche e assicurazioni, oppure, come noi auspichiamo, aderire al Fondo di Previdenza ‘contrattuale’ del proprio settore d’appartenenza. Dipenderà anche da noi e dall’informazione più capillare che sapremo dare in merito agli indubbi vantaggi offerti dai Fondi ‘contrattuali’, in termini di migliori prestazioni economiche, se i lavoratori saranno attratti dalla prospettiva di garantirsi un futuro pensionistico dignitoso che il sistema pubblico non può più assicurare, dopo le varie riforme”. Infine, un occhio anche alle imprese: “Alle aziende della Provincia chiediamo forti investimenti nell’innovazione tecnologica e nelle risorse umane, con una particolare attenzione, quindi, alla formazione professionale classica e alla formazione continua, perché i lavoratori sono un capitale importante da curare e valorizzare, se ragioniamo nell’ottica di voler garantire le migliori condizioni per lo sviluppo. Ma alle aziende e alle associazioni che le rappresentano chiediamo soprattutto relazioni sindacali fortemente partecipative; da parte nostra siamo disponibili a valorizzare, in tutti i settori (compresa la Pubblica Amministrazione), la contrattazione di secondo livello su quei fattori di flessibilità che migliorino la produttività del lavoro e a cui correlare gli incrementi della retribuzione, il modo più giusto per risposte anche a una questione salariale resa più urgente, negli ultimi anni, dalla caduta verticale del potere d’acquisto delle retribuzioni dei lavoratori”.

Elisabetta Rizzo


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