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Latina. Le scampagnate, confessioni di 'no lavannaro. Roberto Campagna: «C'è una stagnazione di idee, ed una instabilità come non mai»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Roberto Campagna, giornalista, sociologo e scrittore.
È uscito il tuo ultimo libro: "Le scampagnate", da dove nasce questa idea?
«È il nome di una rubrica che tengo per il quotidiano Il Territorio. Ho aggiunto
qualche inedito ed ho presentato il tutto qui». Il sottotitolo recita: "la politica
pontina (e non solo) vista da 'no lavannaro... «'No lavannaro è uno che se fa j'affari sé.
È la curiosità che o frega: chiacchiera, spettegola, si scambia notizie
e idee, come facvano le donne fra loro nei vecchi lavatoi pubblici, pur di soddisfare
la sua sete di sapere. Ma ama soprattutto dissertare di politica, di economia,
di finanza e di pubblica amministrazione. E dice la sua anche in fatto di look, di mode
varie, di nuove tecnologie, di cinema e di televisione, di calcio e di qualsiasi
altro sport. Il suo sport preferito, però, è il filosofeggiare con sconfinamenti
nella psicoanalisi. È di più di un tuttologo perché s'allarga. Nel senso che è pure
'no fregnacciaro». E cosa ne pensa 'no lavannaro della politica pontina?
«C'è una stagnazione impressionante di idee, ed una instabilità come non mai».
Parli di forza del centrodestra, ma non ci sono difficoltà? «In An
ci sono tante anime e così ci sono competizioni, scomuniche, sgambetti.
Va male per loro ma va peggio per gli altri». Cirilli si candiderà sindaco?
«È un leader nuovo. Potrebbe farlo». Dici però che la partita più brutta la perdiamo
sul fronte identitario... «Sì, siamo tutti romanocentrici. Non ci dobbiamo vergognare di noi».
Andrea Apruzzese
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