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Sezze. Identità setina, un progetto politico che viene dal basso. Lidano Lucidi: «Nel nostro programma due priorità: il sociale e l'economia»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Lidano Lucidi, co-fondatore di Identità setina. Una scelta dal basso, la vostra... «Sì, una scelta dal basso, perché noi vogliamo aggregare in base a un programma, a un'idea, e non in base a un simbolo. E quindi abbiamo coinvolto giovani, e persone più grandi per cercare di cambiare qualcosa nella politica di Sezze. Ripeto: qui serve un programma diverso». Perché diverso, diverso in cosa? «Noi abbiamo una gerarchia delle priorità. Una delle urgenze è il sociale. C'è un grave problema della disabilità a Sezze. Abbiamo lanciato un sondaggio online, nel nostro sito, dove risulta che c'è un problema di integrazione con gli immigrati. E poi la questione dei ragazzi. Troppi giovani vanno fuori da Sezze. E non vogliamo più che un genitore lo consigli a suo figlio». L'economia? «La disoccupazione è molto alta. Bisogna far ripartire le aziende, la voglia di fare. È inaccettabile che ci siano tanti giovani che non trovano lavoro. E questo si riallaccia al discorso sulle emergenze sociali che facevamo prima». Proprio ieri un incontro con Paolo Cima presidente del Comitato No Turbogas di Pontinia. L’incontro dal titolo “Turbogas sì, Turbogas no” vuole portare a conoscenza della cittadinanza e di tutte le forze politiche, le problematiche legate alla costruzione della centrale stessa... «Riteniamo del tutto inaccettabile che pur essendo limitrofi alla zona di realizzazione, ed essendo un territorio a forte vocazione agricola, la costruzione della centrale passi nel silenzio più assoluto. La cittadinanza deve essere informata. Dopo aver letto i documenti del comitato del no, è nostra intenzione approfondire tutti gli aspetti negativi che tale centrale comporterebbe, quali l’inquinamento atmosferico, l’utilizzo massiccio di milioni di litri d’acqua e non ultimo la perdita di valore dei prodotti agricoli esistenti sul territorio. Come si può parlare di rilancio dell’agricoltura e non occuparsi di questo tema?».

Diana A. Harja

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