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Latina. Curia e laicità. Giuseppe Petrocchi: «Bisogna dialogare». ParvapoliS troppo anticlericale? «No, vi seguo con simpatia...»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Giuseppe Petrocchi, massimo rappresentante della numerosa comunità cattolica della provincia di Latina. Sia Woytyla che Ratzinger hanno aperto ai media. Quanto sono importanti gli organi di informazione per la diffusione del vostro messaggio religioso? «È un ruolo importantissimo. L'annuncio del Vangelo deve percorrere le nuove strade che la storia ci offre. Giovanni Paolo II ha detto che la chiesa è esperta in umanità e che intende incontrare l'uomo nel tempo nel quale vive. I media sono un'area fondamentale di incontro, non possono essere estranei alla nostra attenzione. Ci aiutano cioè non tanto a costruire il Regno di Dio ma una società a misura d'uomo». In questi giorni però nella società a misura d'uomo si parla molto di Pacs. Tutti sono favorevoli, voi cattolici no... «Io mi trovo in convergenza con il pensiero del Papa. Quando la chiesa parla non intende fare appello solo ai credenti, non è solo una professione confessionale di idee, ma intende anche lanciare un appello appassionato alla ragione che opera in ogni persona, perché alcune linee non vengono sostenute solo attraverso una fede a cui uno aderisce, ma anche da una visione dell'uomo che uno vuole promuovere. Io sono convinto di queste idee. Sono convinto come vescovo, ma anche, me lo consenta, come uomo». Ma così si mortifica comunque la libertà individuale... «Nessuno mette in discussione diritti che la chiesa ha sempre promosso. Ma la libertà deve essere libertà illuminata. Dobbiamo coniugare libertà con con verità, amore con autenticità. Il messaggio della chiesa non intende comprimere, ma aprire degli spazi di crescita vera, autentica. È con questo spirito di servizio che la chiesa parla, ed è con questo atteggiamento fermo ma al tempo stesso mite che intende farsi vicina a tutte le persone». Tornando ai media, sinceramente, lei cosa ne pensa di una testata come ParvapoliS che ha sempre osteggiato con sfrontato orgoglio il proprio liberalismo e la propria laicità? Un impulso, un aiuto o un fastidio? «No, non è un fastidio. Innanzitutto c'è il rispetto di un pensiero che evidentemente ha avuto un percorso alle spalle. Io considero amici voi di ParvapoliS e con voi intendo mantenere un colloquio nella franchezza, ma anche nella simpatia».

Diana A. Harja

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