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Latina. L'ipocrisia di Casa Pound. Cristian Iannuzzi e Salvatore Micieli (Verdi): «Tutta questa corsa alla solidarietà puzza di bruciato...»

«Volendo per un attimo soprassedere sulle vedute politiche anticostituzionali dei protagonisti, l’occupazione dell’edificio ex Enel ad opera dei giovani di Casa Pound ha avuto un merito, vale a dire riproporre al centro dell’attenzione del dibattito politico due questioni: l’emergenza casa e la mancanza di spazi di aggregazione per i giovani (e non solo)». Scrivono Cristian Iannuzzi e Salvatore Micieli (Verdi): «Abbiamo registrato un rincorrersi da parte di esponenti politici e istituzionali di diversi schieramenti anche di sinistra, nell’esprimere solidarietà, impegni ed appoggi a questa iniziativa. Una solidarietà che però odora di bruciato e sa di ipocrisia e proviamo a spiegarne il perché. Sulla prima questione (emergenza abitativa) è noto a tutti che in città si siano realizzati immobili in misura ben superiore rispetto alla popolazione e si parla di numerosi appartamenti sfitti o non utilizzati, eppure si continua a costruire in tutte le zone della città . Perché non si fa un censimento di tale patrimonio in modo da acquisire quanto necessita per rispondere alle famiglie che si trovano in difficoltà? Finora i solerti solidarizzanti dove erano? Sbagliamo o molti rivestono il ruolo di amministratori pubblici di Comune e Provincia? Sulla seconda questione (spazi di aggregazione) la non sincerità dei comportamenti è ancora più evidente: che a Latina manchino spazi associativi e aggregativi viene denunciato ormai da decenni da movimenti giovanili e da associazioni di volontariato alcune delle quali, disilluse dalle mancate risposte degli amministratori, si sono autorganizzate e autofinanziate per continuare a svolgere la propria attività. Gli stessi spazi pubblici quali il Palazzo della Cultura restano di difficile accesso alle associazioni e non esistono strutture in grado di dare sfogo alla fame di socialità presente in città che vede in numerosi gruppi musicali, nei tanti giovani coinvolti nella produzione di materiale multimediale, nei gruppi teatrali, una punta emergente. Di contro assistiamo, specie nelle periferie e nelle scuole, al crescere del disagio giovanile che i recenti episodi di bullismo e di violenza hanno certificato. Ed anche qui chiediamo di sciogliere una volta per tutte una evidente contraddizione data dal fatto che sono numerosi gli immobili di proprietà pubblica (Comune, Provincia, Regione, Consorzi ed Enti vari) che risultano non utilizzati, in molti casi in stato di degrado e di abbandono o con uso, più o meno improprio, da parte di privati: perché, anche in questo caso, non si procede ad un serio inventario, al conseguente recupero ed affidamento alle associazioni di volontariato realmente presenti ed operanti in città? E mentre si sfila e ci si sbraccia, nello stesso tempo veri e propri monumenti all’ipocrisia e allo spreco svettano in città, vedi la Casa del Vescovo di via Mameli».

Diana A. Harja


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