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Sezze. E scendono in campo pure i giovani. Marco Pupatelli: «Non credo sia richiesta la partecipazione a corsi speciali per diventare politici»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Marco Pupatelli, presidente dei Giovani per Sezze, la nuova formazione politica che sta cominciando in questi giorni a fare sentire la vostra voce. Qui comincia l'avventura... «In una sola settimana siamo stati contattati da moltissime persone che vogliono aderire al nostro movimento; persone che hanno subito individuato in noi un gruppo di ragazzi che, finalmente, dopo anni di apatia, ha voglia di dare quella svolta generazionale della quale ha bisogno il nostro comprensorio. Siamo tutti giovanissimi, l'età massima è di 40 anni». Cosa rispondete a chi vi fa notare che a questo fuoco sacro della giovinezza corrisponde l'inesperienza... «Non è richiesta la partecipazione a corsi speciali per diventare politici. Sappiamo che l'unica esperienza che possa insegnarci qualcosa è quella fatta sul campo. Siamo qui per questo. Ci piace intendere la politica come uno strumento da utilizzare per migliorare la condizione sociale. Ci facciamo portavoce delle problematiche che i nostri concittadini mettono sotto i nostri occhi e non abbiamo nessuna intenzione di far parte di giochi che servono a garantire il bene di pochi. Siamo convinti di avere le capacità per affrontare questo percorso, che non sarà solitario ma che sicuramente abbraccerà un reale progetto di cambiamento. Stiamo osservando con interesse l'evoluzione della lista civica "Identità Setina", che si prefissa il perseguimento di obiettivi nei quali anche noi ci riconosciamo. E questo deve far riflettere tutti su quanto grande sia diventato il bisogno di rivoluzionare l'attuale stato di cose, che si manifesta ormai in modo palese». Dovendo fare una lista della spesa, che si deve fare per Sezze? «Elettrosmog, una presenza massiccia di immigrati, che andrebbero regolamentari, la nuova 156, il PRG, i parchi abbandonati. Come dire: di tutto, di più». Le vecchie amministrazioni ci hanno dormito su? «La questione si è sempre posta. Forse questi problemi non sono stati affrontati bene». Geografia politica, come vi collocate? «Lo stiamo definendo in questi giorni. Niente ancora di certo. Possiamo dire che stiamo avendo degli incontri con la Casa della Libertà. Se troveremo dei punti programmatici di contratto, un'alleanza non è esclusa».

Diana A. Harja

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