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Latina. Mettiamo le ali. Marrazzo diserta il convegno sulle infrastrutture. Stefano Zappalą: «Non conosce le regole della politica»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS con l'on Stefano Zappalą, organizzatore del convegno sulla viabilitą in provincia di Latina e le nuove infrastrutture. On. Zappalą, il presidente Marrazzo non ha accolto il suo invito. Perché secondo lei?
«Ha fatto una scelta sbagliata, dimostrando ancora una volta di non conoscere la politica. Per fortuna a livelli pił alti, ministeriali, ci sono altre figure, che hanno capito cose pił profonde. Anche se mancano dati temporali, ma ce li procureremo, stimolando il ministro per le Infrastrutture su questa materia, tutto il resto rientra in quello che continuo a dire "tra il meglio e il poco, č meglio il poco"».
Il dirigente del settore autostrade del ministero per le Infrastrutture, ing. Ruopoli, intervenuto al convegno, ha chiarito che la Roma-Latina sarą un'autostrada a pagamento. Lei era perņ contrario a questa ipotesi, cosģ come a quella di una viabilitą che continui a tagliare i centri abitati come fa oggi la Pontina con le principali cittą della provincia.
«Io conosco il tracciato ipotizzato: prevede la circumnavigazione di tutti i centri pił importanti, il che significa che i costi saranno immensi. Non condivido sul piano tecnico questa scelta perņ, rappresentando questo territorio, ribadisco il concetto: che si faccia qualcosa, qualunque essa sia».
Anche a pagamento?
«Anche a pagamento».
Aprendo il suo intervento l'on. Zappalą ha annunciato una lettera aperta per il presidente Marrazzo: dopo aver sottolineato che il presidente della Regione, non pił tardi di dieci giorni aveva confermato la sua presenza in un incontro a Bruxelles, l'eurodeputato ha dichiarato che se «il convegno aveva un carattere tecnico, ora, per la sua assenza, assume un carattere politico». Lapidario il giudizio di Zappalą sulla situazione infrastrutturale pontina: «Siamo un malato terminale: molte delle grandi industrie se ne stanno andando, anche a causa della carenza di infrastrutture. Ormai siamo prossimi al collasso».
Andrea Apruzzese
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