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Sezze. Forza Italia fa quadrato su Di Palma. Armando Cusani: «Un segnale forte». Ma se An va da sola? «La democrazia è bella per questo»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Armando Cusani, presidente dell'Amministrazione Provinciale di Latina. Ci siamo, a giugno si vota... «Si vota in dieci comuni della provincia di Latina. Noi, qui a Sezze, sosteniamo senza infingimenti Serafino Di Palma. Noi abbiamo scelto con chiarezza, senza ingingimenti, senza se e senza ma un uomo che è espressione del territorio. Dobbiamo invertire questa tendenza negativa che negli ultimi anni ha segnato il nostro territorio. Siamo convinti che anche i nostri alleati lo sosterranno. Soprattutto perché queste elezioni sono un segnale importante, al governo regionale e nazionale. Ci sono persone in grado di trasmettere quella passione civile e quel rigore morale che serve a chi si impegna per gli altri. Da Sezze vogliamo lanciare un segnale importante. Non uomini in grado di rappresentare solo se stessi. Una lunga campagna elettorale che ci porterà importanti successi. Questa è una comunità che si trova alle spalle di Latina, in un punto nevralgico della provincia, un territorio che ha tanti problemi che possiamo risolvere». Andiamo alla brutalità. Voi sperate nella tenuta degli alleati. Anche An lo spera? «A livello locale vale la regola degli uomini e dei programmi, poi vengono i singoli. Forza Italia senza se e senza ma appoggerà Serafino Di Palma. Una scelta a livello locale un po' sofferta e un po' vissuta, con qualche strascico che cercheremo di recuperare nei prossimi mesi. Noi partiamo da un uomo che ha un forte radicamento col territorio». Anche An lo farà... «I rischi ci sono sempre, poi la democrazia è bella per questo. Ognuno può presentarsi senza vincoli. Noi siamo convinti che tutto il centrodestra può andare unito. Se lo farà solo una parte va bene uguale, l'importante è il programma per Sezze e gli uomini che guideranno la giunta. Per il resto orecchie al territorio e ai suoi programmi, gli interessi dei partiti sono sicuramente secondari».

Diana A. Harja