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Latina. Dico, il plauso della Margherita. Fabrizio Vitali: «Finalmente si riconoscono dei diritti, senza intaccare alcun principio etico...»
Fabrizio Vitali è favorevole ai Dico. «Come se riguardassero uomini e donne di serie B, uomini e donne colpevoli e condannabili, e invece trattano e regolano il rapporto tra persone maggiorenni e capaci che non sono legate da vincoli di matrimonio, ma che convivono stabilmente.
In caso di malattia e ricovero le strutture sanitarie regolano l'esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza
Ciascun convivente può designare l'altro quale suo rappresentante in caso di malattia o di morte
In caso di morte di uno dei conviventi che sia conduttore nel contratto di locazione della comune abitazione, l'altro convivente può succedergli nel contratto, purché la convivenza perduri da almeno tre anni o se ci sono figli comuni
Trascorsi nove anni dall'inizio della convivenza, il convivente concorre alla successione legittima dell'altro convivente.
Non si applica a persone condannate per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell'altra o sulla persona con la quale l'altra conviveva, così come non si applica a persone legate da rapporti contrattuali, anche lavoratori, che comportino necessariamente l'abitare in comune.
Stiamo riconoscendo a nostri concittadini il diritto di essere partecipe e solidale della vita del convivente, stiamo riconoscendo loro il diritto amministrativo sino ad ora negato.
Le (deboli, ndR) polemiche suscitate dal disegno di legge Dico dimostrano la volontà di fare mercimonio di un atto di democrazia che prescinde le parti politiche, così come il tentativo di condanna di un atto dello Stato dimostra la scarsa onesta intellettuale che molti mostrano nei confronti del diritto a riconoscere diritti sino ad ora ingiustamente negati.
Altra cosa sono il matrimonio, la coppia gay, l'adozione, negare diritti e confondere gli italiani sul tema della convivenza è pratica che non giova alla crescita democratica del nostro paese. Nemmeno le leggi sulla razza emanate durante il ventennio trovarono il consenso degli italiani, nemmeno il tentativo di discriminazione nei confronti di tanti nostri concittadini che convivono e si prestano assistenza materiale e morale può trovare consenso tra i cittadini di buon senso così come sono la stragrande maggioranza degli italiani».
Andrea Apruzzese
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