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Latina. Legacoop, l'assemblea annuale. Ciccarelli confermato presidente: «Il settore dei servizi non può più generare nuova occupazione»
Ai microfoni di ParvapoliS con Marcello Ciccarelli, presidente della Legacoop. Ieri si è tenuta l'assemblea annuale provinciale, che ha visto la sua riconferma alla massima carica dell'associazione di categoria. Ciccarelli, quali sono i punti salienti della sua relazione?
«Ho messo in evidenza come il nuovo settore dei servizi, che rappresenta ormai il 70 per cento dell'occupazione, non è adeguato a generare uno sviluppo complessivo e quindi c'è bisogno di fare qualcosa. Abbiamo provato a dare alcune soluzioni, e speriamo che siano quelle idonee».
Qual è la situazione delle cooperative in provincia di Latina?
«È buona, abbiamo la rappresentanza di circa l'8% del Pil provinciale, la più alta a livello regionale. Anche la rappresentanza delle associazioni ci sembra idonea e quindi ci sono le condizioni perché la cooperazione possa rappresentare a buon livello la competitività del nostro territorio».
Il futuro sarà quindi nelle cooperative?
«Non esageriamo, vogliamo semplicemente occupare un pezzetto del futuro e cercare di fare bene il nostro lavoro, che è sempre quello di associare competitività impresa e tutela del lavoro, che è il motivo per cui la cooperativa nasce».
Le cooperative hanno anche un percorso storico nella palude. Avete presentato oggi un manuale sulla loro storia a Latina. Perché?
«È venuto per caso, anche se ci fa piacere aver verificato - e lo facciamo attraverso un catalogo fotografico, con le immagini - che la presenza della cooperativa non era marginale nemmeno all'epoca della bonifica, nonostante il noto ostracismo del fascismo nei confronti di questa forma di impresa. Cooperative come quella dei braccianti, o dei muratori che vennero da Carpi a dissodare e fare i canali, ebbero presenza rilevante. Il catalogo è stato fatto per riallacciare idealmente quei lavoratori a quell idi oggi, ripercorre gli 80 anni di lavoro in provincia
Nella sua relazione lei ha avuto un passaggio abbastanza duro sull'attuale paralisi della Camera di Commercio di Latina. Come valuta la situazione?
«Noi abbiamo approvato all'unanimità il bilancio; quindici giorni dopo, la giunta non era più in grado di operare. Quindi, mentre la giunta camerale ha approvato il bilancio, che è di sua competenza, il consiglio camerale è due mesi e mezzo che non riesce più a funzionare. C'è stato l'intervento della politica che ha diviso la giunta camerale e ha diviso associazioni tra loro. La politica fa il suo mestiere, sono le associazioni che non fanno il loro».
Nel corso della sua relazione, il presidente della Legacoop ha fotografato l'attuale situazione: il primo dato è relativo all'occupazione, suddivisa nei comparti. Nel 1981 l'agricoltura copriva il 16 per cento dell'occupazione, e nel 2005 scende al 4,5 per cento; cala anche l'industria, dal 38,5 per cento del 1981 al 26 per cento del 2005, mentre sale il terziario, dal 45,5 del 1981 al 69,5 per cento del 2005. Crisi quindi per interi comparti dell'industria manifatturiera, come elettronica, metalmeccanico, tessile, "quasi scomparsi dal nostro territorio, ove sono rimaste a competere grandi industrie del comparto chimico-farmaceutico ed agroalimentare; uniche presenze nuove sono la cantieristica navale e l'aeronautica" nota Ciccarelli. In sintesi, "è un modello economico destinato ad un'economia ancora più marginale, che fa della compressione del costo del lavoro l'unica arma di competizione sul mercato". La soluzione indicata è quella dell'innovazione: le proposte della Legacoop seguono "la via maestra dei processi di aggregazione di impresa in quanto la riteniamo - afferma ancora Ciccarelli - la condizione necessaria per poter poi specializzare e innovare i servizi".
Andrea Apruzzese
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