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Latina. Agricoltura al collasso. Danilo Calvani: «Dazi doganali per i prodotti extracomunitari di importazione. E dichiarare lo stato di crisi»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Danilo Calvani, presidente dei Comitati
Riuniti Agricoli. Qual è lo stato dell'agricoltura in provincia di Latina?
«Siamo al tracollo. Questo è il peggiore momento della nostra storia.
Non solo a Latina, ma anche in Italia. Per grave mancanza di rappresentanza
sindacale, per mancanza di lungimiranza politica, stiamo pagando un prezzo
troppo alto per errori non nostri». Nel dettaglio quali sono i problemi?
«Stiamo nella Comunità Europea, che ci impone delle direttive.
Noi applichiamo anche quelle penalizzanti. Quelle buone non vengono applicate.
Ma il problema più grave rimane quello relativo all'importazione di prodotti
dal mercato estero, extracomunitario». Le fabbriche agroalimentari?
«È la più grande truffa perché sono stati aperti in Italia, con i soldi
dell'Italia e della Cee, e alla fine anche loro importano dalla Cina o dall'Egitto.
Qui si dovrebbe muovere la Finanza». Perché l'agricoltura altrove funziona
e qui no? «Tutto dipende dai costi e dalla legislazione. Altrove ci sono
Ministeri per l'agricoltura, cosa che non la nostra delega non sopperisce
affatto. Paesi come la Francia, la Germania, la Spagna, stanno cento anni
avanti a noi. Come politica. Non come capacità. Perché noi agricoltori
non siamo secondi a nessuno, in Italia». Come se ne esce?
«Dazi doganali urgenti per i prodotti extracomunitari di importazione. Lì
la manodopera costa un euro al giorno. E dichiare lo stato di crisi».
Diana A. Harja
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