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Latina. L'albergo all'asta, il caffé e il losco giro di nevrosi. Lidano Grassucci: «La cultura del sospetto spesso si rende ridicola...»

Torniamo alla normalità, torniamo a vedere il mondo per i colori che mostra. Qui è tutto un mistero, ogni cosa è scontro, tragedia annunciata, follia. Possibile che non ci siano cose ordinarie. A Latina ogni vendita all'asta, fosse pure di una pila di pentole, è misteriosa, dentro i “soliti giri”. Una cultura da Santa Inquisizione, è resuscitato Sant’Ignazio di Loyola, e sono tornati i domenicani a difendere la fede, che in questo caso sono le pubbliche virtù. Qualsiasi cosa desta sospetto. Che dietro le vendite all'asta ci siano gatti neri e streghe? Che dietro l'interesse per gli alberghi ci sia qualche “perfido giudio”? Se uno vende a 11 milioni di euro, e nessuno compra, significa che costa troppo. Mia zia vende le uova a 2 euro ciascuna, trova chi le compra. Altrimenti? Abbassa i prezzi. È il mercato amici. Gli imprenditori hanno poi il vizio di cercare di pagar di meno, anche se non sono inserito nei “soliti giri”. Fanno il loro lavoro, massimizzano i ricavi e minimizzano i costi. Cose elementari, basterebbe studiare un pochino, mica tanto (esame di economia politica, o corso di economia a ragioneria). Invece, qui, si tinge tutto di giallo. Tutto è misterioso, niente va bene. È strano che una banca si garantisca con gli immobili? È strano che nell'alea dell'intraprendere c'è chi ha successo e chi no? Una intrapresa andata male, la vendita all'asta, e nessuno che acquista al primo incanto. Capita da quando ci siamo date regole certe del vivere economico. Solo da noi diventa cosa strana e sospettosa. Mi aspetto un titolo gigantesco: “Vendono il caffè a 0.90 e nessuno lo compra. Mistero c'è chi fa incetta di caffè”. Per avere i ritorni: “mistero del caffè”. “Un losco giro di nervosi dietro l'acquisto di tazzine”. E via dicendo.

Lidano Grassucci


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