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Latina. Su Rai 3 una sessuologa egiziana ha definito l'omosessualità una malattia. Il suo argomento "scientifico"? La fede religiosa...

Il 25 febbraio, su Rai Tre, nel corso della trasmissione “Alla falde del Kilimangiaro”, condotta da Licia Colò, una “sessuologa” egiziana, Heba Kotb ha dichiarato che gli omosessuali sono malati da curare. A sostegno del suo argomento: la religione musulmana li condanna. La sedicente sessuologa ha anche dichiarato di averne curati molti di omosessuali. E che grazie alle sue cure sarebbero guariti. Anzi addirittura, avrebbero messo su una “famiglia normale” (sarebbe interessante sapere se poligama). Heba Kotb, per avvalorare le sue professioni di fede, che con sicumera spacciava per “scientifiche”, ha addotto quello che potremmo definire un accumulo di religiosità: “non è solo il Corano a condannare, ma anche le religioni del Libro”. Insomma una chiamata all’alleanza tra monoteismi in chiave reazionaria. Immediatamente le telefonate di protesta e molte e-mail di ascoltatori, indignati soprattutto per la irresponsabile mescolanza di presunte esperienze mediche e convinzioni religiose. Licia Calò, col suo sorriso solare di sempre, ha spiegato ai telespettatori che i suoi ospiti hanno diritto alle loro opinioni e che non stava a lei intervenire, perché tutte le opinioni sono degne di cittadinanza. Una ben strana interpretazione della democrazia! A Lucia Calò ci permettiamo di ricordare l’articolo 1 della Costituzione Repubblicana italiana, che stabilisce che i diritti democratici vanno esercitati proprio nell’ambito delle garanzie della Costituzione (suprema legge dello stato). E questa, a voler chiosare, all’articolo 3 afferma che tutti i cittadini hanno pari dignità senza distinzione alcuna (quelle sessuali comprese) e che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano tale uguaglianza, creando le condizioni per il superamento di ogni discriminazione. Visto che la signora Calò, prende lo stipendio (e che stipendio) dalla Repubblica Italiana, dovrebbe stare quanto meno un poco più attenta all’esercizio di una pubblica funzione che svolge per lo Stato repubblicano, sia pure attraverso la RAI.

Maria Mantello


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