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Latina. Dico, in piazza solo i disperati. I Gaylib: «La sinistra radicale sta provando a strumentalizzare tutto col solito settarismo»

Solidarietà ad Alessandro Cecchi Paone che non si è arreso alle logiche da chierichetti di DS e Arcigay e Arcitutto. «Non c’è piaciuta l’appropriazione indebita da parte dei partiti della sinistra radicale e dei ministri del Governo Prodi di una manifestazione che in realtà doveva essere una fuga in avanti autonoma del movimento glbt con l’unico obiettivo di risollevare la testa e superare il disonorevole compromesso al ribasso rappresentato dai DiCo che, com’è noto, addirittura non riconoscono la coppia. Non c’è piaciuto l’atteggiamento da chierichetti ossequiosi tenuto dalla dirigenza di Arcigay e Ds e di conseguenza abbiamo ritenuto letteralmente disdicevole e irrispettosa della libertà che storicamente ha caratterizzato il movimento gay italiano, la mordacchia messa ad Alessandro Cecchi Paone, sentitosi talmente a disagio nel non poter esprimere liberamente le proprie idee sulla Cei e sul Vaticano, da abbandonare il palco e la piazza». È con questa nota amara e polemica che GayLib, l’associazione dei gay liberali di centrodestra, dopo una riflessione di ventiquattro ore, dice la sua sulla manifestazione Diritti Ora di sabato 10 marzo a piazza Farnese. Da sempre, c'è da aggiungere, le battaglie per i diritti civili sono battaglie radicali, liberali e non battaglie di sinistra. La sinistra estremista, quando va bene, si accoda. Vedi l'aborto, vedi il divorzio. È il pensiero laico e liberale che fa da motore. «All’amico Alessandro Cecchi Paone giunga tutta la solidarietà nostra - proseguono dal direttivo di GayLib - e, crediamo di poter dire, della maggioranza della piazza che, guarda caso, più che i politici ha portato in trionfo don Gianni Barbero, sacerdote ridotto alla condizione laicale per le sue posizioni filogay, autore dal palco di un intervento durissimo all’indirizzo dei faraoni del Vaticano». «Purtroppo - proseguono i gay di centrodestra - da parte della più grande associazione gay italiana continua ad esserci l’atteggiamento di schiacciamento gratuito sulle posizioni dei partiti della sinistra che noi abbiamo sempre denunciato. Un atteggiamento che oggi si fa ancora più misero perché si condisce al classico gioco delle tre carte che solitamente si fa per coprire le magagne degli amici che stanno al Governo, con la deferenza del militante irreggimentato e non con la baldanza del movimento di popolo, libero e trasversale come deve essere il movimento gay. Non a caso - va avanti la nota di GayLib - noi, sebbene rappresentati sul palco dal presidente Oliari, non abbiamo trovato voce e il presidente dei Riformatori Liberali, Benedetto Della Vedova ha ricevuto solo pregiudiziali fischi. Se la maggioranza del movimento fosse politicamente intelligente - conclude la nota - saprebbe sfruttare la pluralità di idee e posizioni presenti all’interno del movimento stesso, puntando così a impersonare al tempo stesso il ruolo di stimolatori e mediatori, visti pure gli esigui numeri di cui il centrosinistra dispone al Senato che rendono più che mai necessaria una trasversalità sul tema dei diritti alle coppie di fatto. Invece no. La manifestazione di sabato, divenuta una occasione persa, è stata trasformata in una inutile e unilaterale difesa dei DiCo, accreditando di fronte alla piazza stracolma e senza un minimo di pudore, l’unica verità che vede il movimento gay sotto il doppio giogo: della Chiesa Cattolica, da non irritare troppo, e della chiesa postcomunista da omaggiare con eccessivi e immeritati incensi. Per quel che ci riguarda, dunque, attaccati come siamo alla nostra libertà, ci sottraiamo da questi giochini di quartiere, continuando a lottare per una conclusione alta e nobile del cammino legislativo delle proposte di legge in materia di unioni civili, alcune delle quali avanzate anche da parlamentari di centrodestra, in discussione nel Parlamento italiano».

Elisabetta Rizzo


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