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Latina. Già Littoria. Fabrizio Vitali (Margherita): «Giusto riproporre la dicitura nella cartellonistica. Non è una sterzata a destra»
Non diciamo fesserie, riportare il nome Littoria alla nostra città vorrebbe dire tornare ad una storia che era fatta di soprusi, tornare ad un passato che non è presente.
La proposta non fa onore a chi la propone, soprattutto se viene da un rappresentante istituzionale che, tra l’altro, non vive la nostra città.
L’Italia non è fascista, così come non lo è Latina e i suoi cittadini.
La nostra città ha bisogno di ridisegnare un quadro economico sconvolto dalla cassa per il mezzogiorno, ha bisogno di canali di comunicazione adeguati al suo rilancio economico, ha bisogno della gestione sana dei servizi a partire da quelli dell’acqua e dei rifiuti.
Nella nostra città c’è ancora chi ancora pensa di confondere la situazione storica e politica durante la quale nacque con la vita sociale e democratica in cui viviamo ed infatti abbiamo già visto attaccare sui cartelli che segnalano l’entrata a Latina la scritta “Littoria” proprio a copertura del suo nome.
Littoria faceva e fa riferimento ad una ideologia ed un regime lontano mille miglia dalla pratica democratica, così come succedeva per Leningrado (oggi San Pietroburgo) o Stalingrado (oggi Volgograd) o Titograd (oggi Podgorica), ma oggi non nascondiamo la storia e il contesto in cui nacquero le città di fondazione. Forse molti sapranno, ma è bene ricordare, che chi non aveva la tessera del partito non aveva alcuna chance di avere un podere per se e la propria famiglia.
Cosa sana, buona e giusta è inserire la dicitura Già Littoria nella cartellonistica di entrata alla città, sotto la scritta Latina.
E nessuno pensi che la mia sia una morbida sterzata a destra se è vero che miei diretti parenti sono stati impiccati dai repubblichini in quel della provincia di Pesaro, dobbiamo pacatamente fare nostra la storia senza cadere in becero revisionismo.
Temere la dicitura, che è verità, “già Littoria” sotto la scritta Latina nella cartellonistica stradale vuol dire accettare strumentalizzazioni da parte di uno sparuto gruppo che ancora vorrebbe chiamare la nostra città Littoria e che più opportunamente farebbe bene ad accettare il fatto che una comunità vive a prescindere da chi governa la politica ed ha dinamiche che, per fortuna, si rifanno al rispetto della persona e ai principi democratici e che ha visto il sacrificio di tanti operai e coloni.
Dunque meglio spazzare il campo da ipotesi di un ritorno al primo ideologico nome della città e fare una analisi onesta della storia che non neghi il passato, che faccia propri tutti i valori democratici che ci siamo dati, anche nel apporre la dicitura ( ipotesi già apprezzata da oltre il 50% di coloro che partecipano al sondaggio non scientifico in linea sul sito internet www.vivilatina.it ) “già Littoria” in quei dieci cartelli stradali posti all’entrata della città.
Andrea Apruzzese
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