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Latina. Family Day. Fabrizio Vitali: «Caro Riccardo, qui nessuno vuole scardinare la famiglia. Ma allargare una rete di diritti fondamentali»
E a Pedrizzi risponde Fabrizio Vitali, della Margherita. «Caro Riccardo,
leggo le tue posizioni in merito ai DI.CO. e sempre più mi convinco che la tua azione è fuorviante rispetto all’oggetto vero del discutere.
Vedi, io posso essere d’accordo con te, anzi lo sono, che nessuna adozione sia possibile per una coppia gay, posso discutere con te sulla opportunità di concedere a coppie gay di celebrare un matrimonio, sono d’accordo con te che la famiglia ha bisogno di maggiore e migliore sostegno, ma i DI.CO. che ci azzeccano con i gay e quali risorse distraggono dall’utilizzo in altri ambiti sociali ?
La bozza di decreto sui DI.CO. l’hai letta tu come l’ho letta io e parla proprio di un’altra cosa :
• in caso di malattia e ricovero le strutture sanitarie regolano l'esercizio del diritto di accesso del convivente per fini di visita e di assistenza;
• ciascun convivente può designare l'altro quale suo rappresentante in caso di malattia o di morte;
• in caso di morte di uno dei conviventi che sia conduttore nel contratto di locazione della comune abitazione, l'altro convivente può succedergli nel contratto, purché la convivenza perduri da almeno tre anni o se ci sono figli comuni;
• trascorsi nove anni dall'inizio della convivenza, il convivente concorre alla successione legittima dell'altro convivente;
• non si applica a persone condannate per omicidio consumato o tentato sul coniuge dell'altra o sulla persona con la quale l'altra conviveva, così come non si applica a persone legate da rapporti contrattuali, anche lavoratori, che comportino necessariamente l'abitare in comune.
Ti sembra che tutelare i diritti di tanti cittadini intacchi principi etici ? Oppure riconoscono giusti diritti a nostri concittadini che ne sono privi ?
Caro Riccardo, trattano di tanti uomini e donne che non hanno scelto di contrattualizzare o sacralizzare il proprio rapporto, non trattano di uomini e donne di serie B, ma del rapporto tra persone maggiorenni e capaci che non sono legate da vincoli di matrimonio (quale matrimonio ci hasi visto ?), ma che convivono stabilmente, e ce ne sono tante anche tra coloro che siedono vicino a te in Parlamento.
Stiamo riconoscendo a nostri concittadini il diritto di essere partecipi e solidali della vita del convivente, stiamo riconoscendo loro un diritto amministrativo sino ad ora negato.
Fuorviare sul vero tema del discutere è strumentalizzare e mercificare un atto di democrazia che prescinde dalla fede o dalle parti politiche. Confondere gli italiani non giova alla crescita democratica.
Caro Riccardo, i DI.CO, non è un provvedimento per gay, ma riguardano tanti tuoi concittadini che si prestano assistenza materiale e morale e che spesso sono anche legati da rapporto di affetto e di amore.
Prima che cattolico sei rappresentante dello Stato e sei tenuto all’onesta intellettuale e al servizio verso gli italiani e dunque è tuo dovere non confondere le persone. Io ho lottato spesso contro strumentalizzazioni che anche il mio vecchio partito faceva di alcune questioni e credo che anche tu non ti devi adeguare a modi di far politica che non guardano al benessere dei cittadini. Se poi, come tu affermi, i DI.CO. sono la premessa ad altro non so, ma di certo potremmo anche trovarci affianco in futuro a fare le stesse considerazioni e le stesse battaglie.
Bene sarebbe che anche tu, che sei uomo importante e noto nella nostra comunità, in piena onestà intellettuale, dichiarassi il tuo assenso a che tanti nostri concittadini abbiano quei diritti sino a ora loro negati, di gay, matrimoni omosessuali o adozioni se ne parlerà in altro contesto e momento».
Elisabetta Rizzo
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