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Latina. Il cammino della Libertà. GeistKreis (il circolo degli spiriti) promuove l'approfondimento della cultura liberale. Una Mostra...

GeistKreis (il circolo degli spiriti), una associazione di cultura liberale, vicina tramite molti dei suoi soci al circuito nazionale dei circoli di “Società Libera”, promuove l’approfondimento della cultura liberale, soprattutto nei campi della filosofia e delle scienze sociali. E ciò con l’intento di dare al pubblico in genere ed al mondo della Scuola in particolare (dove, di fatto, la Cortina di Ferro non è stata mai abbattuta) la possibilità di accostarsi ai temi classici e agli episodi più significativi della storia del liberalismo. Se, come dice il premio Nobel Douglass C. North “.. il più grosso enigma della storia dell’Uomo è capire le ragioni dei diversi sentieri dello sviluppo: in fondo, se tutti discendiamo dalle stesse bande di cacciatori e di agricoltori, come spiegare, allora, il profondo divario tra nazioni ricche e povere, tra sistemi sottosviluppati e maturi, e come spiegare le lunghe fasi di ristagno economico o l’assoluto declino nei livelli di benessere che certe società hanno vissuto?.. “, il liberalismo è il tentativo di sciogliere l’enigma di North e che Max Weber esprimerà con una formula divenuta celebre: “Warum nur in Occident?” (Perché solo in Occidente?). Il problema, cioè, è quello di comprendere perché soltanto in Europa ed in America si sia sviluppata in una forma di organizzazione socio-economica capace di garantire ampi spazi di libertà individuali, una prosperità mai conosciuta prima né altrove ed uno sviluppo tecnologico senza precedenti. Il Cammino della Libertà utilizza le convenzioni e gli strumenti che sono caratteristici di una mostra per illustrare il contenuto e la complessità di un’idea, quella liberale, che ha in vario modo ha segnato la storia dell’Occidente nel corso degli ultimi secoli. La teoria liberale, quindi, va intesa anche come tentativo di capire quale nesso vi sia tra le istituzioni maggiormente rispettose della dignità personale e la crescita economica che in essa ha luogo. La Mostra si articola su cinque temi principali che per ragioni di carattere “spettacolare” sono stati strutturati in forma di atti teatrali, incorniciati da un Prologo e da un Epilogo. I cinque atti, d’altra parte, corrispondono a quelli che appaiono come i punti nevralgici dell’affermazione, o anche del relativo declino, dell’idea di libertà nella storia dell’Occidente. Nel primo atto (Dal giusnaturalismo al liberalismo classico) si dà conto di come, parallelamente all’avvento dello Stato moderno, si sia sviluppata una concezione giuridica e filosofica che da un lato ha universalizzato e secolarizzato il tema dei diritti individuali e dall’altro a elaborato le premesse teoriche per la nascita dello Stato di diritto. Nel secondo atto (La repubblica dei diritti naturali) viene presentato un percorso americano volto ad inquadrare le coordinate storiche e teoriche della costruzione e del consolidamento di una res publica composita e di un potere politico rigorosamente limitato. L’atto terzo (L’Europa dai Lumi all’età romantica) si concentra sull’esperienza liberale dell’Europa continentale. Il nodo dottrinario cruciale viene qui individuato nel carattere controverso della Rivoluzione, le cui premesse e i cui esiti sono di segno liberale e illiberale al tempo stesso. Per tutto l’Ottocento, infatti, il liberalismo continentale si troverà a confrontarsi con l’ambigua eredità del 1789. Il quarto atto (Il liberalismo nell’età del trionfo dello Stato) presenta il liberalismo tra l’incudine della questione sociale e il martello di una progressiva nazionalizzazione della cultura e delle istituzioni politiche. L’imporsi della filosofia utilitarista, connesso al declino della dottrina del diritto naturale, conduce ad una riformulazione della proposta liberale che opera una frantumazione della tradizione ed innesca una dialettica tra i liberalismi, tuttora molto viva. Nell’atto quinto (La rinascita liberale tra Vienna e Chicago) vengono individuate due città simbolo della nuova riflessione liberale che ha aperto la strada ad esperienze politiche che negli ultimi anni hanno ricollegato libertà e mercato, diritti civili e dignità dei singoli, concorrenza e istituzioni politiche. Lo spazio espositivo è quello del Museo “Cambellotti” di Latina che ospita, su un percorso circolare, una cinquantina di pannelli e dove, nella sala apposita sala audio-video, sarà possibile proiettare sei DVD: uno di presentazione della Mostra e dei suoi Organizzatori e uno ciascuno per i cinque atti previsti. La visione dei DVD sarò a richiesta degli utenti che, quindi saranno guidati dal personale addetto. La durata si protrarrà per 3 settimane( da Martedì 3 aprile a venerdì 20 aprile) durante le quali si proporrà la visone, ma anche il restauro ed il rimontaggio, del film del 1942 di Goffredo Alessandrini “We the living” tratto da un romanzo della scrittrice russo-americana Ayn Rand, variamente apostrofato dalla critica cinematografica e letteraria “militante” come “ .. scellerata e sgraziata pellicola di propaganda”, “.. drammone sentimentale, lacrimevole, cupo, monocorde” , tratto da un romanzo di una “.. mediocre scrittrice di successo”, dalla narrazione “.. prolissa e uggiosa”, ma che in realtà, grazie al sapiente utilizzo di grandi interpreti (Alida Valli, Fosco Giochetti, Rossano Brazzi) e buonissimi sceneggiatori (Anton Giulio Maiano e ben descrive l’universo totalitario quando prendono piede le ideologie della “ingegneria sociale” . Il film fu inizialmente approvata dalla censura fascista, in quanto violentemente anticomunista ma ben presto il pubblico comprese che i contenuti erano antifascisti quanto anticomunisti, tanto che il Ministero della Cultura Popolare lo bandì subito dopo.

Mauro Cascio


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