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Sezze. Ieri era contrario a salsicce e pennette all'arrabbiata elettorali. Oggi invece le offre lui. E Roberto Reginaldi si difende così...
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Roberto Reginaldi, candidato per Forza Italia al
consiglio comunale di Sezze. Due mesi fa era con Lidano Zarra, oggi la troviamo
candidato ad appoggiare Serafino Di Palma. La domanda è d'obbligo: che è successo?
«Non c'è stato un cambio di posizione. Chi mi conosce sa che sono sempre stato di destra
e sempre lo sarò. Con Di Palma abbiamo fatto un percorso politico nel 2003.
Poi abbiamo avuto altri argomenti con Forza Italia e ho trovato un posto dove
fare politica per davvero e non i soliti posti dove ci sono i soliti politici vecchi,
obsoleti, o giovani politici che sono vecchi nelle poltrone. Dall'altra parte non ho
trovato buoni progetti. Noi vogliamo governare la città. Ma con noi. Non con chi è già
stato sfiduciato e messo da parte». Resta l'impegno per l'agricoltura...
«Non in passato. In passato, nel presente, in futuro. Lo faccio con convinzione.
L'agricoltura è il nostro volano economico. C'è crisi e da parte del governo
Prodi non ci sono segnali. Sono bastonate». Le linee principali del programma...
«Ridare identità a Sezze e rilanciare l'economia».
Ieri era contrario a salsicce e pennette all'arrabbiata elettorali, così ci disse due mesi fa. Oggi invece le offre.
Alla presentazione della sua candidatura ha invitato anche noi. Anche qui, cosa
le ha fatto cambiare idea? «Sì, io ero contrario alle cene elettorali.
Non si può chiedere il voto con un piatto di penne all'arrabbiata. Questo è vero.
Però a differenza degli altri io non faccio solo questo. A parte che a me ci ha pensato
tutto Forza Italia. E io ringrazio Forza Italia per questo. Ma io oltre al piatto
di pennette all'arrabbiata io do anche gli argomenti. Mi spiego meglio. Mentre
io vado ad attaccarmi il mio manifesto con disciplina e senso civico, c'è la parte
avversaria che va e me lo strappa. Io non l'ho mai fatto. Quando fanno così è perché
temono l'avversario politico, cioè a me. E poi: sono infantili? Non hanno argomenti?
Queste sono le cene che io cerco di combattere».
Diana A. Harja
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