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Latina. Il 25 aprile che divide. Alberto Cardosi: «Chi non ha argomenti, insulta. E l'estrema sinistra del capoluogo non è da meno»
Per motivi personali non potrò prendere parte all’incontro del 20 Aprile con Turigliatto e con gli organizzatori. Vorrei comunque completare il quadro dello scambio mezzo stampa che in questi due giorni ha sollevato un polverone inutile con una certa Sinistra. Punto primo: mi scuso se ho confuso chi ha organizzato l’evento. Tra le tante informazioni quotidiane qualcosa di poco preciso può, al limite, sempre scappare. Punto secondo: l’errore commesso non toglie validità alle tesi che ho proposto (su cui ho poco da aggiungere) e che rispondono, a mio avviso, ad una analisi politica coerente (a livello nazionale e territoriale) nei confronti delle quali ho ricevuto scadenti insulti, tipico di chi ha poche risposte da offrire. Punto terzo: sul diritto ad esprimere il mio pensiero il miglior modo per elevare il discorso è proporre una riflessione del filologo marxista Luciano Canfora che sulla differenza tra Re e Tiranno chiede: “ Qual è la differenza tra Re e Tiranno? Dipende: se ci fa comodo lo chiamiamo re, se non ci piace lo chiamiamo tiranno”. La stessa cosa l’avete fatta con me. Se la mia analisi vi fa comodo la chiamate “democrazia partecipata”, se non vi piace la chiamate “stalinismo”. Punto terzo e ultimo: il tema della giornata, se non ri-sbaglio, è la politica estera. Credo che non ci sia materia più complessa e articolata di questa. Lo studio dei rapporti e delle relazioni internazionali è materia che non si può affrontare senza un rigoroso metodo storico-politico. E noi di Sinistra, diciamolo, a volte abbiamo poco rigore e i nostri ideali scadono nello slogan. Credo che dobbiamo, alla luce di quanto accade, avere una visione molto ponderata delle dinamiche internazionali. Ma trovare una via costruttiva tra le idealità e le possibilità concrete di intervento è assai complesso. Il problema è, come sempre convertire le aspirazioni e i principi in realtà. È solo la condizione storica presente che abbiamo di fronte a dirci come si può procedere. Se manca la percezione del contesto storico che viviamo è chiaro che saremo solo propagandisti, come diceva Togliatti, del miglior regime possibile. Falliremo miseramente perché la storia non è immobile, ma frutto di meccanismi complessi. Ricordiamoci la Comune di Parigi del 1871, la rivoluzione del 1799 a Napoli. C’erano degli ideali altissimi, ma mancava il contesto storico come ci dicono le interpretazione sulla storia di Gramsci e Cuoco. Credere che esista un unico contenitore in cui la Storia è racchiusa è una falsità: esistono diverse storie. Ecco perchè è importante un presico metodo di analisi soprattutto se ora ches iamo in un mondo globalizzato costretto a muoversi, paradossalmente, tra la contemporaneità e la immediatezza delle comunicazioni e la non-contemporaneità (tra le varie nazioni) dei livelli culturali, politici, sociali ed economici. Piuttosto, che succederà a Sinistra quando qualcuno riproporrà l’esercito Europeo?
Alberto Cardosi
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