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Latina ricorda Auschwitz. «1945-2001: per non dimenticare, per
non ricominciare». Una conferenza della Sinistra Giovanile
Si comincia già dal titolo della conferenza, fortemente voluta
e organizzata dalla Sinistra giovanile di Latina, rappresentata
da Omar Sarubbo, segretario comunale della sinistra giova-
nile, a cui hanno dato un contributo anche Gabriele Tecchiato,
Domenico Di Resta, segretario provinciale DS, Mauro Visari,
consigliere comunale DS. Che la memoria storica sia importante e
che la Storia insegni lo si sapeva già. Ma che ci sia il pericolo
e il rischio di ricominciare l'orrore può sfuggire a molti inconsa-
pevolmente disattenti. Non c'è mai fine al Male e non si può mai
abbassare la guardia anche quando sembra che tutto vada bene:
allora torna a far capolino il germe mai sopito dell'intolleranza e
del razzismo. Razzismo verso i diversi, verso i più deboli. La
tragedia sfiorata di via Tagliamento, a Latina, risale a pochi giorni fa.
Ecco
allora gli Ebrei e i Nomadi accomunati dallo stesso destino di
persecuzione e di morte. Oltre ai quasi 6 milioni di Ebrei sterminati,
anche 500.000 Nomadi uccisi barbaramente, senza contare tutti
gli apolidi inestimabili. Venivano uccisi non perché di un diverso
credo religioso come gli Ebrei, ma perchè degenerazione genetica
della razza ariana, di cui tanto si urlava la superiorità.
Perché parlare tanto di Nomadi ancora oggi?
Perché, vittime silenti dell'Olocausto, non hanno voce nella Storia,
se non quella dei loro violini.
Questo convegno e l'attività dell'Opera Nomadi, ieri rappresentata da
Adele Cambon, li riabilita, e dà voce a chi non ha voce.
Quella
voce che sembra uscire dai volti e dallo sguardo fiero dei ritratti di
Marco Scopelliti, appesi sui muri della Sala Convegni de "Il Gabbiano".
La stessa voce fiera dei Partigiani rappresen-
tati da Ferdinando De Leoni, presidente onorario dell'ANPI
(Associazione Nazionale Partigiani Italiani),
fondata nei giorni della Resistenza. Splendido e commovente il
documentario storico con le immagini della lotta partigiana e della
strenua difesa degli ideali di libertà e indipendenza. Sulle
note dell'inno "O bella ciao", si chiude lo scenario di
coraggio delineatosi nel corso dell'incontro.
Marianna Parlapiano
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