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Latina. PRG, il brutto anattrocolo che sogna di diventare un principe. Emarginato dal dibattito politico è uno strumento fondamentale per la città

È di dominio pubblico come il PRG, essendo lo strumento che disciplina lo sviluppo edilizio territoriale del comune, rappresenti uno degli aspetti più rilevanti per lo sviluppo della città. È attraverso il PRG che la città presenta una visione d’insieme che la proietta nel futuro, stabilendo le zone destinate ad uso pubblico, verde, impianti di interesse collettivo, strade ma soprattutto zone edificabili dove si concentrano le attenzioni delle principali forze economiche. Ma il PRG, è anche e soprattutto forte segnale di trasparenza amministrativa, fonte di sicura imparzialità e strumento valido per tutti, cittadini e costruttori. Non si può negare quindi, che il piano regolatore, oltre a rappresentare un mezzo organizzativo per lo sviluppo urbano, si propone come un baluardo di equità e correttezza verso tutti i cittadini. Quando nasce il bisogno di un nuovo PRG? Un PRG è necessario quando non più in grado di rappresentare in forma cartacea la sviluppo concreto o progettato di una città in espansione o mutamento. Il segno tangibile di questa esigenza è rappresentato delle famigerate varianti. Quando insomma una amministrazione non si attiene al PRG e ricorre a questi speciali procedimenti, non fa altro che manifestare apertamente che le esigenze urbane attuali della città sono tali da richiedere una modificazione dello strumento urbanistico che le raccolga. Invece costituisce considerazione oggettiva, evidenziata peraltro da più parti, come l’attuale amministrazione faccia delle varianti una procedura assai frequente a cui ricorrere con disinvoltura. È evidente come operare per varianti, oltre a rappresentare una irrazionale e deprecabile modificazione parziale del territorio, mancando della necessaria visione di insieme, ricada massimamente nella sfera della pura soggettività degli amministratori e toglie qualsiasi prerogativa di trasparenza, imparzialità e chiarezza nei confronti dei cittadini. Il PRG è strumento oggettivo perché steso con congruo anticipo, la variante è soggettiva, decisa al momento, e per questo altamente discriminante. Allora può risultare utile porsi porre alcune brevi domande: In base a quali principi si attua una variante? Dove sarà necessario o “utile” che si attui una modificazione della zonizzazione prevista dal PRG? In base a quali pressioni o aspettative? In base a quali personali considerazioni la politica si arroga un potere decisionale, enorme, che non gli compete? Quali eventuali meccanismi si smuovono al palazzo quando si decide che una zona può cambiare destinazione urbanistica? Interrogativi che possono ragionevolmente generare qualche legittimo dubbio in merito ad un argomento che meriterebbe, al contrario, assoluta trasparenza d’imparzialità e integrità morale, anche e soprattutto nel momento in cui alcuni esponenti politici -interrogati sul “metodo delle varianti”- continuano a rimarcare la giustezza dell’attuale PRG, non passibile di modifiche in quanto calibrato per una popolazione di 200.000 abitanti.

Massimo de Simone


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