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Aprilia. La città dormitorio. Fabrizio Maramieri: «Dopo gli alloggi ai romani adesso la capitale ci vuole rifilare pure i nomadi...»

È di questi giorni (ed in verità sono anni), l’ipotesi che il comune di Roma, al fine di far fronte alla difficile situazione per il proprio territorio riguardante il problema nomadi, stia verificando l’ipotesi di poter reperire sui territori adiacenti a Roma aree ed alloggi per ospitare famiglie appartenenti a questa realtà sociale e culturale. Inutile dire che, in virtù di alcune “veline” giunte da varie fonti, Aprilia possa sotto questo aspetto essere oggetto di interessamento da parte del comune di Roma, per quello che riguarda la domiciliazione di queste numerose famiglie. Altrettanto inutile sarebbe evidenziare l’insopportabilità per il nostro comune, di tale ipotesi. Aprilia in questi anni ha visto infatti aumentare in maniera esponenziale il numero di abitanti, ed in maniera altrettanto esponenziale diminuire in termini quantitativi e qualitativi i servizi a loro dedicati. Ancora vicina è l’esperienza avutasi negli anni passati di centinaia di nuclei famigliari spostatisi da Roma ad Aprilia sulla scia della grande emergenza abitativa della capitale. Centinaia di appartamenti acquistati dall’amministrazione romana ad Aprilia con spostamenti di centinaia, per non dire migliaia, di persone che insieme alla loro esaudita aspettativa di poter avere una casa, portavano l’esigenza di lavoro, assistenza, trasporto, scuola, sevizi ed integrazione nel suo complesso. Niente di queste domande ebbero risposta, se non promesse fantasiose ed irresponsabili di qualche amministratore locale dell’epoca e non solo, unita all’approssimazione dell’amministrazione capitolina nel dare seguito a quelli che erano i bisogni dei suoi cittadini che venivano trasferiti ad Aprilia. Ripetere tale esempio sarebbe un grave errore, lo sarebbe per Roma perché l’amministrazione romana di per sé considerata un modello di efficienza e spirito solidale, dimostrerebbe di non avere ben chiara l’idea che tali ipotesi di trasferimento andrebbe contro quelli che sono i due positivi esempi sopra citati, esporterebbe così infatti i propri problemi al di fuori del proprio territorio non garantendo poi la gestione di questi flussi migratori dal grande impatto sociale. Chiuderebbe infatti delle favelas a Roma per aprire dei ghetti in altri comuni, dando così la stura a sentimenti di non integrazione, abbandono arrivando al vero e proprio razzismo. Ma sarebbe un errore anche per Aprilia, che darebbe ai suoi cittadini un immagine di scarsa rappresentanza politica ed istituzionale, ampliando sempre più quel senso di frustrazione ed abbandono già di per se molto forte nella nostra comunità. Chiedo così al sig. sindaco di Aprilia Calogero Santangelo di verificare nei tempi più veloci possibile se tali voci risultino essere rispondenti alla realtà, avviare all’interno di questa amministrazione un dibattito vero, aperto e trasparente sul ruolo di Aprilia alle porte della grande area metropolitana romana, perché questa vicinanza possa diventare una opportunità e non invece, come fin ora è stato, una sorta di “disgrazia”. Tenti insomma sig. sindaco, lei e la sua maggioranza di concerto con l’intero consiglio comunale, di portare un po’ di vera politica all’interno di questa sua esperienza di governo, un governo che sia non solo quello dei rimpasti, dei tagli, dei disservizi e degli aumenti delle tasse, ma anche (e dovrebbe essere sopratutto), un governo che generi dibattito sociale, rappresentanza di una comunità, sviluppo, servizi e benessere per tutti.

Fabrizio Maramieri


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