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Latina. Un volto nuovo per la città che cambia. Il candidato Carmine Bennato della lista Italiani nel Mondo: «Ripartiamo dalla tecnologia...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Carmine Bennato, candidato a sindaco a Latina
per la lista Italiani nel mondo. «La multietnicità è una prerogativa della provincia
pontina. L'orgoglio italiano rifonderà Latina. Gli "italiani nel mondo" sono, infatti,
una forza di centro moderato nella proposizione di un governo locale. Le tematiche
da affrontare si prefiggono di sviluppare un rinnovato impulso alla vita sociale
ed economica della città». E per passare dai buoni propositi alla concretezza
di un programma? «La sfida della nostra epoca passa per i temi della modernizzazione.
Internet, in questi ultimi 5 anni, ha determinato il passaggio epocale dall'economia
industriale a quella della comunicazione. Noi pensiamo che un comune efficiente
e moderno debba tener conto della tecnologia, delle reti, del web, del Wi-fi per offrire
un pacchetto di servizi ai cittadini-utenti». Il Comune che entra nelle case...
«E non solo. Bisogna riportare i cittadini a credere nelle istituzioni, anche
puntando sull'economia, dando un nuovo impulso all'edilizia, aprendo uno sportello
al servizio delle imprese, sviluppando all'interno dell'assessorato agricoltura-pesca-
commercio-turismo-artigianato le condizioni per creare idonee politiche mirate
per favorire lo sviluppo della libera iniziativa imprenditoriale per ambo i sessi,
istituendo distretti produttivi, promuovendo e valorizzando le risorse turistiche,
ricreando le condizioni infrastrutturali e societarie per una proposta concreta
che riporti l'agone sportivo nella nostra città a quei livelli che negli anni passati
hanno consentito tanto lustro. Bisogna pensare a costruire un Palaghiaccio e favorire
la ricrescita della squadra di calcio». Bennato sindaco in uno slogan... «La
qualità della vita. Ridare benessere e serenità alla cittadinanza è necessario.
Bisogna moltiplicare gli spazi di democrazia partecipata e difendere l'ambiente.
Dobbiamo inoltre riprendere il controllo dei centri commerciali prevedendo che una parte
(da stabilire) del ricavo utile realizzato venga reinvestito nello sviluppo economico
e sociale della città».
Diana A. Harja
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