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Latina. Tia, incasso abusivo. Giuseppe Pannone: «Per la gestione della riscossione resta legittimo il sospetto che qualcuno stia barando»

Nei giorni scorsi il gestore del servizio rifiuti ha acquistato alcuni spazi sui giornali locali per dare una propria versione di quello che può essere definito un vero e proprio pasticcio. Sull'argomento bisogna però fare chiarezza su alcuni punti fermi. 1. La LatinAmbiente ha ammesso di aver agito in modo difforme dalla regolamentazione in materia di riscossione del tributo. In sede ufficiale (commissioni Trasparenza e Bilancio) ha dichiarato “di aver apportato modifiche alla mappa tariffaria”, cioé di aver emesso fatture disapplicando la regolamentazione. La spiegazione di ciò, secondo il gestore, risiede nel fatto che sarebbero state riscontrate differenze tra i dati forniti dal comune e quelli verificati dalla società (5.000 utenti in meno). La soluzione adottata unilateralmente è stata quella di “spalmare” il costo complessivo di € 14.700.000 tra gli utenti ufficiali, senza mai comunicare nulla al Comune (lo hanno confermato l'Assessore al Bilancio, il Direttore Generale ed il Dirigente del servizio Tributi). Secondo questo principio se fossero state verificate solo 10.000 utenze ufficiali, il costo della bolletta per utente sarebbe stato di 1.470 euro. Ciò è del tutto inaccettabile ed illegittimo. Per questo l'acronimo T.I.A. può essere tradotto in Tariffa di Indebito Arricchimento, soprattutto dal punto di vista dell'utente. 2. Da maggio 2006 ho segnalato che ci sarebbe stato un fenomeno di cartelle pazze” 3. Le fatture possono essere considerate inesigibili. In effetti la legge impone che le bollette devono contenere le modalità di calcolo in modo completo e comprensibile. La società essendosi discostata dai parametri previsti, non poteva rispettare l'obbligo:l'obiettivo non era quello di applicare la giusta tariffa, ma quello di raggiungere il budget complessivo di € 14.700.000. Gli utenti possono chiedere la rettifica della fattura, sospendere i pagamenti e chiedere il rimborso; poiché l'errore è stato commesso dal gestore, questi non potrà applicare sanzioni o richiedere eventuali interessi. Quanto eventualmente pagato in più dagli utenti deve essere rimborsato con pagamento diretto e non posto in compensazione con l'esercizio 2007. Tra l'altro, proprio in ragione dell'inesigibilità di quanto richiesto alla restituzione deve essere aggiunto l'interesse legale. 4. L'amministrazione comunale, e per primo il sindaco uscente, si è resa corresponsabile perché non ha effettuato alcun controllo, non ha esercitato nessun potere di intervento, non insediato la Commissione prevista. La cosa assurda è che l'unico atto concreto è stato quello di nominare presidente della società il Vicesindaco che fino ad oggi non ha mai esercitato funzioni di controllo. 5. Alla LatinAmbiente sono stati “anticipati” oltre 6 milioni di euro, la restituzione, prevista per il 2006, non è avvenuta. All'interrogazione sul punto non è stata data risposta. 6. L'amministrazione ha contestato con ben 13 determine una serie di inadempienze da parte del gestore quantificate in circa 2/3 milioni di euro, che devono essere restituiti al comune. Il Sindaco invece di pretendere il pagamento, ha insediato una commissione sui cui lavori nulla è dato sapere (all'interrogazione non vi è risposta). 7. La raccolta differenziata doveva iniziare nel 1998, è partita a fine 2006 e ad oggi riguarda solo il 50% circa della popolazione (oggi si tratta di quantificare il maggior costo sostenuto da comune e utenti). 8. È stata richiesta la convocazione di un consiglio Comunale monotematico da oltre un mese, per spiegare il pasticcio. Ai residenti dell'area della discarica come agli agricoltori ed alle famiglie in stato di disagio era stata promessa l'esenzione o la riduzione con delibere di Giunta. Alla promessa non è seguito alcun fatto concreto, per cui non vi è copertura economica e tali cittadini dovranno pagare prima o poi. Né al sindaco uscente è mai passato per la mente di convocare il Consiglio Comunale. Molto altro ci sarebbe da dire e da precisare. La cosa certa è che il prezzo del pasticcio sarà il conto salato da pagare dopo le elezioni, per cui votare la maggioranza uscente significa sottoscrivere una cambiale in bianco! Per quanto attiene la gestione della riscossione, sorge il legittimo sospetto che qualcuno stia barando.

Elisabetta Rizzo


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