Parvapolis >> Cultura
Latina. La Squeglia alla prima ora. Ovvero: come giustificare, con moderazione, chi la sera fa tardi e si alza alle dieci (o vorrebbe)
Io non so a che ora andate a letto voi. Ma vorrei giustificare qui quelli che vanno a letto tardi. Chi fa le 2, la notte,
non necessariamente è perché si abbandona all'edonismo più lascivo e sfrenato. C'è anche chi non ha orari
regolari e che magari, per chiudere un Dvd per una messa in onda in televisione, per chiudere l'edizione di un giornale,
per terminare la revisione di un libro che deve consegnare in tipografia, si riduce a far le ore piccole.
La cosa comoda di chi fa questa vita, sulla carta, è quella che ti puoi alzare alle dieci.
La portiera ti guarderà comunque con disprezzo, perché per lei un tiratardi è sempre e comunque un perdigiorno
ma a te che ti frega, basta che ti sei riposato. E al bar puoi sempre dire che è il secondo caffé della giornata
anche se hai ancora la bocca tutta impastata e gli occhietti abbottonati che tutti ti hanno già sgamato
prima che entrassi. La teoria in genere non contempla il figlio che va a scuola. Non suona la tua sveglia,
perché non la metti, ma sveglia la sua. O quella di tua moglie. Insomma, tu vuoi dormire ma qualcuno
in casa ti sveglia comunque. Io non so a casa degli altri, ma ho scoperto che di mattina c'è una loquacità
irreale che non ti spieghi. Uno capisce la sera, a fine giornata ci sono tante cose da raccontare. Ma alle sette?
Ti sei visto la sera prima. A casa mia no. Non funziona così. C'è una prima parte della mattinata in cui mio
figlio non dà segni di vita. E uno si preoccupa. E la madre fa di tutto per svegliarlo. A lui non lo sveglia
quasi mai. Ma a me sì. Poi, quando tento di riaddormentarmi, si mettono a parlare del più e del meno.
Dei compiti, del traffico, della gita, della fila in bagno. Ma c'è un giorno che io temo particolarmente.
Ed è quello in cui la professoressa Squeglia, un cognome un destino, ha la prima ora nella classe di mio figlio.
Pare che si sia lamentata più volte del suo ritardo.
Non si arriva tardi a scuola, è diseducativo dice mia moglie. La Squeglia insegna matematica ed è di una precisione
svizzera. Controlla
il minuto. Lei non mi conosce, ma è diventata il mio incubo. La notte mi sveglio da solo e controllo l'orologio.
Spesso finisce che mia moglie non riesce a tener testa al tempo che passa inesorabile e per non rischiare
di far tardi butta fuori dal letto me. È qui che mi vengono quelle belle
teorie pedagogiche sull'indipendenza dei figli e sulla necessità di mandarli fuori soli. Se hai dormito
5 ore ti ci convinci per davvero. Io ho cominciato alle scuole elementari. Quando faceva tardi, gli mettevano
la nota sul diario, lui era incazzato con me, la mamma era incazzata con me, i nonni erano incazzati
con me, le maestre erano incazzate
con me, tutto il mondo era incazzato con me e io manco avevo dormito.
Mauro Cascio
|