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Latina. Coraggio laico. Alessandro Cecchi Paone: «Nessuno Stato laico e liberale al mondo ha mai firmato un Concordato con nessuna chiesa»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Alessandro Cecchi Paone, in occasione del Coraggio Laico.
Assistiamo a tutta questa insofferenza da parte dei cattolici, sintomo ulteriore di
quel malessere diffuso, di quel comune sentire all'interno di una minoranza religiosa
e culturale che mai è riuscita ad integrarsi in piano nella nostra società. I Dico, per esempio,
sono comunque una tappa importante o un compromesso con i diktat del Cupolone?
«Dobbiamo difenderli, perché è un primo passo clamorosamente tardivo e clamorosamente
insufficiente che sblocca una situazione ferma. Certamente è una legge vergognosa, che non
serve, che risente dei condizionamenti cattolici che per giunta non hanno ottenuto di far
tacere il Vaticano. Era necessario. Ma l'obiettivo era ed è arrivare a qualcosa di civile
come avviene negli altri Paesi». Oggi, nella cultura a tratti medievale
e oscurantista delle credenze religiosi e delle tradizioni popolari,
gli omosessuali sono un po' ghettizzati?
«Si autoghettizzano per ragioni di autodifesa. Una società pienamente libera, pienamente
aperta, consentirà di mischiarsi senza che sia necessario chiedere, sapere o dire.
In questa fase è necessario avere dei punti di incontro, di resistenza, di autogestione
per resistere ad un potere così forte come quello della chiesa cattolica che non solo
non vuole una legge contro una discriminazione ma che continua a dire che l'omosessualità
è una devianza, una debolezza, una malattia». Il potere della chiesa le viene concesso
o se lo prende? Quanto è determinante l'ignoranza delle masse? «Tutte queste tre cose insieme.
È un potere politico ed economico fortissimo. Ed approfitta della debolezza di alcuni
partiti senza programmi e senza progetti che scelgono il programma ed il progetto della chiesa
cattolica». Che significa essere laici? «Significa volere la libertà degli altri prima
della propria, volere la libertà del cuore e del corpo prima ancora di quella del cervello,
perché se non si è liberi di cercare la propria via alla felicità non si è nemmeno liberi
di avere idee. La laicità consente di riconoscere all'altro, fino al danno fisico, la piena
libertà di muoversi come crede nel rispetto delle leggi pubbliche». Non viviamo in uno Stato
laico... «Assolutamente no. Viviamo in uno Stato che, avendo un Concordato, è fortemente
condizionato dalla presenza del Vaticano. Gli Stati laici, gli Stati liberali non hanno
queste situazioni, non finanziano, come noi finanziamo, anche contro voglia, la chiesa
cattolica anche se poi questo sarebbe vietato dalla costituzione». Che importanza può
avere una manifestazione come questa, organizzata dalla Rosa nel Pugno, con radicali
e socialisti, assieme ai liberali del PLI e alle sigle della sinistra radicale? La musica
di Cristicchi e Marco Masini, le conferenze, i convegni, i dibattiti... «C'è un'Italia
che guarda avanti, che vuole costruire un futuro, che vorrebbe lasciare a tutti la possibilità
di essere felici secondo la propria strada e soprattutto che vorrebbe lasciare le possibilità
energetiche, creative, di tutti quanti».
Elisabetta Rizzo
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