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Latina. Il valore della laicità. Bobo Craxi: «Quando ci proibiscono di fare una cosa naturale non è più nemmeno proibizionismo, è sopraffazione»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Bobo Craxi (Rosa nel Pugno). A trentatrè anni
dal secondo Referendum sul divorzio si torna a parlare di laicità. La chiesa è ancora
forte e le credenze religiose continuano a condizionare la classe politica.
Cosa vuol dire, oggi, essere laici? «È un risultato, è una conquista, perché è giusto
che ciascun cittadino scelga e disponga della sua vita. Questo è un fatto che attiene
a principi e valori quali la tolleranza, il rispetto, il riconoscimento reciproco
dell'altro. Come dire che la laicità introduce un elemento di dispersione di valori
integrali come la famiglia. Niente di più politico e di più scorretto. Laicità dello stato
vuol dire garantire e pensare a tutta la collettività della nazione. Nel 1974 gli italiani
respinsero l'offensiva clericale sul divorzio. Ed oggi di fronte all'insorgenza di un fenomeno
che preoccupa sono sicuro che si saprà fare la stessa cosa. E questo fenomeno badate
bene non avviene solo in Italia. Perché il fanatismo religioso e l'intolleranza stanno
purtroppo aumentando in tutto il mondo». Il proibizionismo favorisce la lotta alla laicità?
«Naturalmente impedire di fare o non fare una cosa indebolisce l'integrità
dell'individuo. Quando poi si pretende di impedire di fare o non fare una cosa e questa
cosa è naturale non è più nemmeno proibizionismo, ma è una forma di violenza, di sopraffazione
dell'uomo sull'uomo».
Elisabetta Rizzo
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