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Latina. Arrivano i big. Francesco Rutelli: «Il segreto sta tutto nell'intercettare il voto dell'elettorato moderato. Mansutti può farlo»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Francesco Rutelli, a Latina per sostenere
la candidatura di Mansutti. «Latina è una città importante nella nostra
regionale, una città in crescita, ma con tanti problemi da risolvere. C'è un candidato
sindaco che vuole fare buona amministrazione, vuole affrontare problemi concreti, penso
a quello della casa. Le case costano troppo, ce ne sono poche, non c'è un piano di edilizia
popolare. I giovani rischiano di non avere un futuro. Abbiamo bisogno di cose
concrete: l'aiuto alle aziende, la trasparenza della amministrazione, una buona
politica del territorio, servizi sociali, servizi per i cittadini. Mi piace questa
campagna in cui c'è un centrodestra molto frantumato, c'è un centrosinistra
unito che parla delle cose che interessano i cittadini». I cittadini parlano
soprattutto dell'aeroporto, ne abbiamo bisogno... «È un tema molto serio.
Claudio Moscardelli lo porterà a livello regionale con grande autorevolezza».
Abbattimento dell'Ici, che dire? «Non ho un dissidio con Prodi. È chiaro che stiamo
puntando ad avere una posizione unitaria. Come fare tesoro delle economie a vantaggio
delle classi sociali più deboli che tanto hanno pagato in questi anni: perdita
del potere d'acquisto, pensioni basse, beni insufficienti, precarietà del lavoro.
Per noi la casa è prioritaria. Una linea concreta che darà i suoi frutti. Per lei la
cultura è un passo fondamentale. Università: Latina cerca l'autonomia...
«Latina è una città giovane. È giusto che i suoi studenti possano conoscere
anche una realtà contemporanea. Vedete, si parla giustamente di Littoria, perché
è una storia che ha lasciato il suo segno. Ma noi dobbiamo anche parlare del futuro,
e il futuro passa attraverso la formazione. I giovani devono studiare e devono avere
la possibilità di lavorare qui». A Latina queste idee si scontrano con un centrodestra
ben radicato... «Sono storie che prima o poi finiscono. Non che si trasformi l'elettorato,
da sempre tradizionalmente moderato. Io ho fatto per 7 anni l'esperienza di sindaco di Roma
e ho preso tanti voti da elettori di centrodestra. Se non avessi saputo convincere
chi alle politiche aveva appena votato Berlusconi che si poteva fare tanto per Roma
non ce l'avrei fatta. Abbiamo fatto tanto per Roma e io sono sicuro che Mansutti
possa fare altrettanto per Latina intercettando i voti dei moderati». La sinistra
nuda e pura si sta organizzando, può diventare un problema? «In una coalizione leale
e trasparente tutto può avvenire. L'importante è che ci sia un impianto democratico,
riformista, equilibrato che risponda ai problemi concreti dei cittadini». Lei cosa
risponde a chi le rimprovera un passato radicale, con Marco Pannella?
«Non ho nulla da rimproverarmi. Ho fatto politica e come tantissimi giovani ho fatto
tante battaglie importanti. Per esempio qui a Latina ho dato una mano su tanti temi,
penso alla centrale nucleare. Cose che penso siano state utili. Poi i cittadini devono
giudicare i politici per le loro idee e per le capacità di realizzazione».
Diana A. Harja
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