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Latina. L'ultimo sgarbo di Mastella: non viene alla sua festa. Enzo De Amicis minimizza: «Impegnato in Consiglio dei Ministri». Su Scuola di Magistratura
e Corte di Appello: «È tutta colpa di Zac, altro che scippo»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Enzo De Amicis capolista dell'Udeur.
Qual è il suo programma e perché questa decisione di appoggiare Cirilli?
«Noi lo appoggiamo perché condividiamo un progetto politico per la città, soltanto
per questo. È una grossa decisione che abbiamo preso come partito per far sì
che questa città sia governata diversamente, con un nuovo modo di amministrare
e far politica aprendo al contempo quello spazio moderato al centro di cui tutti
parlano senza far nulla per lavorarci su». Ieri sera la festa popolare con Mastella.
Ma non c'era Mastella. All'indomani della sua gaffe sulla Corte d'Appello, la preferisce
a Frosinone e non a Latina, ci si aspettava un tentativo di recupero. C'è un rapporto
causa-effetto tra la sua impopolarità e la sua assenza? «Il Ministro era impegnato
al Consiglio dei Ministri in un passaggio importante del governo che è la verifica
dello stato di attuazione del programma. Per quanto riguarda la Corte d'Appello è
in effetti un nodo critico ma penso ci sia stata troppa strumentalizzazione da parte
della stampa. Non è assolutamente vero. Aspettiamo, vediamo, verifichiamo questa cosa.
Il passaggio è parlamentare. Un Ministro non decide per la corte d'appello in una città
o in un'altra ma deve avere il conforto del parlamento per una decisione in merito.
Non ci sono decisioni assunte». Resta che per lui la Corte d'Appello va fatta a Frosinone.
Un secondo scippo, ha detto Zaccheo, dopo la Scuola Superiore di Magistratura...
«Io ripeto: la Scuola Superiore di Magistratura ha avuto un percorso diverso.
La Corte d'Appello è rinviata alle aule parlamentari. Per la Scuola Superiore di Magistratura
il sindaco non ha messo a disposizione le infrastrutture sufficienti, per cui nella decisione
in merito si è valutato che questa struttura non poteva essere costruita sul niente: ci
volevano degli edifici, degli immobili. A Latina non c'erano, il sindaco non li ha messi
a disposizione e la scuola si è fatta altrove. Questo è quanto è successo. Altro che scippo».
Sulla Corte d'Appello la struttura c'è. «Trasferendo, appoggiando altrove altro forse
si può trovare. Oggi però non lo vedo». Ma la necessità di averla a Latina, secondo lei, c'è?
«Sì».
Diana A. Harja
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