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Latina. CinepoliS. In arrivo il nuovo caledoiscopico film di Neil Jordan. Un candore incredibile, a tratto persino tenero e stralunato...
Si chiama «Breackfast on Pluto» l’ultimo film diretto da Neil Jordan, autore in passato del celebre «La moglie del Soldato» (che nel 1992 si impose come miglior pellicola dell’anno) e che uscirà Venerdi in tutte le sale. . Lo definirei caleidoscopico poichè questa pellicola è diversa da qualsiasi altra per il vivace estro immaginifico ed anche per quel candore incredibile, stralunato che domina tutta la storia. Patrick «Gattina» Brady è un ragazzo irlandese nato dalla relazione tra un sacerdote, Liam Neeson, e la sua collaboratrice domestica, Eva Birthistle, bionda e carina come l’attrice anni ’50 Mitzi Gaynor. Come tradisce il suo nome di battaglia, Patrick non è certo un ragazzo comune, ma sensibile, generoso, alla costante ricerca di qualcuno che lo ami per quello che veramente lui sente di essere: una donna. Così, come per un bizzarro romanzo di formazione, Patrick «Gattina» lascerà l’Irlanda, dove nel frattempo imperversano l’IRA e lo spettro dl terrorismo, per andare a Londra e rintracciare sua madre e, perchè no, ritrovare anche la propria vera dimensione.
Eccellente la prova di Cillian Murphy, «Gattina», che rende non solo il personaggio plausibile ma incredibilmente denso di fascino in un curioso mix di trasgressione e profonda umanità, che ricorda la lezione di «Candido» di Voltaire.
Il film, adattamento dell’omonimo best seller di Patrick McCabe, merita d’esser visto per la splendida colonna sonora, uno spaccato tra fine anni ’50 ed inizio anni ’70, per il cast in stato di grazia –tra cui spiccano oltre Liam Neeson, Ruth Negga, Laurence Kinlan, Stephen Rea e persino Bryan Ferry, mitico leader dei Roxy Music- , per la pungente e mai scontata sceneggiatura ed infine per scenografie e costumi che raccontano, attraverso il look e le trasformazioni di Gattina, un mondo che corre sul crinale tra lotta per l’emancipazione sociale e puro estro artistico.
Nonostante tante note di merito, «Breackfast on Pluto» lascia in bocca un retrogusto di superfluo e vagamente troppo ammicante. La pellicola è lunga, a tratti si dilunga e cede alla vanagloria di voler toccare troppe tematiche tutte insieme, producendo invece una imperdonabile semplificazione manichea delle dinamiche del terrorismo di matrice irlandese. Forse, con una trentina di minuti in meno, questo coraggioso ed ambizioso film sarebbe risultato più snello ed accattivante.
Alessandro Mattei
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