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Latina. Letture contro. Un tonfo di Mansutti? Secondo Mario Leone no. E si avventura in un'interpretazione alla rovescia. Controcorrente
Gentile direttore Cascio
mi permetto da semplice cittadino che ha partecipato col suo voto ma anche con attenzione ha svolto il suo servizio pubblico presso il seggio in quanto segretario, di stendere alcune riflessioni in merito alla tornata elettorale amministrativa al Comune di Latina.
Si sarà alzato (sempre che abbia dormito!) un po' umidiccio di rabbia... E sì perché il sindaco uscente, Zaccheo, ex onorevole, non ce l'ha fatta a dispetto dei media che - da Vespa al Tg2 - ne annunciavano la vittoria al primo round. Invece no! ci sarà un secondo incontro, una seconda tornata stavolta. Un ballottaggio che vedrà di fronte l'avv. Mansutti (sostenuto dal centro sinistra) e Zaccheo.
Una fatica non solo per i candidati ma anche per chi ha affrontato con attenzione i lavori all'interno dei seggi, tra attacchi frontali spesso incrociati tra loro dei rappresentanti di lista. Quest'ultimi - bisogna dirlo - spessissimo impreparati hanno "ingolfato" quello che poteva essere uno svolgimento sereno ma l'acrimonia con cui la campagna elettorale è andata avanti ha esaperato i toni anche durante lo spoglio dove solo la freddezza di chi vi operava ha impedito di creare un nuovo caso nazionale su Latina.
Ma veniamo ai risultati.
Amministrative strane? sì, è sicuro che senza la spaccatura interna in AN oggi staremmo parlando di un'elezione al primo turno. Diciamocelo! A conti fatti il candidato Zaccheo non ha più alcun gradimento della sua stessa coalizione. Basti pensare che il numero dei consensi al candidato è stato del 49,49% contro il 57,73% della sua stessa coalizione. L'elettorato ha seguito il voto disgiunto facendo prevalere le idee personali dell'altro candidato nonché consigliere regionale Fabrizio Cirilli (uscito da AN) e che ha sfiorato il ballottaggio col suo 21,92% di gradimento contro il 15,53% delle liste che lo sostenevano. Mansutti ha ottenuto un 22,76% contro il 21,06% della coalizione di centro sinistra.
Alcune osservazioni bisogna però farle. Innanzitutto la "sfiducia" personale votata dalla cittadinanza nei confronti non solo del sindaco uscente che alle passate amministrative del 2002 aveva ottenuto addirittura un plebiscito col consenso di quasi il 65% dei votanti, al primo turno. Sfiducia che si rispecchia anche nei "personaggi" che con lui hanno rotto il giocattolo. L'uscita e la corsa solitaria di un uomo come Cirilli sostenuto dall'anima popolare e non tecnocrate e affaristica della città vicina a Forza Italia e AN e dalle liste di Italia dei valori e UDEUR poco incisive però fanno del figlioccio del Camerata per antonomasia (il sempreverde - ricordiamola va - Finestra) il vincitore morale e politico della sfida contro la macchina organizzativa della destra pontia.
Altra osservazione da fare riguarda il centro sinistra. Mansutti ha avuto un gradimento di poco superiore alle liste che lo sostenevano. Il dato allarmante tocca i DS che ormai sono abbandonati in un mare di confusione. Nel 2002 si presentarono in solitaria e associando il dato con lo SDI di allora si raggiunse un 12,6% contro un dato associato del 2007 pari all'8,03%; più del 4,5% dell'elettorato li ha lasciati. Un dato saliente è che forse se ne è guadagnato in nuove (poche) facce - visto che nel 2002 si poteva contare su un pacchetto di voti risalenti alla forza di Di Resta -.
Moscardelli nel 2002 ottenne il 26,76% dei consensi, Mansutti ne ha esattamente un 4% in meno. Ma non c'era la frattura della destra. Ergo i danni sono limitati. Infatti con una percentuale più bassa si va al ballottaggio oggi mentre allora la minore frammentazione della destra non permise neanche di sfiorare il secondo turno.
Gli outsiders non hanno fatto certo un favore a Zac: tutti coloro che lo sostenevano con calore dalla stesso Cirilli, a Cappelletti e via dicendo lo hanno lasciato nelle mani dei palazzinari.
Gli stessi concorrenti che si sono affrontati dovranno poi dare alla dinensione del loro elettorato un indirizzo di voto per il ballottaggio del 10 giugno prossimo. Cirilli potrà anche trovare un accordo di massima con Mansutti e forse ottenere garanzie maggiori da un centro sinistra che ha saputo almeno individuare una figura professionale anche se non accettata al 100% da tutte le anuime della coalizione. Però un dato emerge con drammaticità. Zaccheo non ha la fiducia della gente. Ma la sua CdL ancora ha uno zoccolo duro che complessivamente al momento conta ben 24 consiglieri su 40 (di Forza Italia, AN e UDC) che impedirebbero numericamente all'eventuale sindaco Mansutti di completare e far passare una giunta di solo centro sinistra (dando per scontato l'appoggio di Cirilli e del candidato sindaco eletto però consigliere Catani) con i suoi 16 consiglieri...
Cosa emerge dalla lettura del dato: la popolazione pontina ha deciso: non vuole più Zaccheo, in lui non si riconosce più, vuole voltare pagina. Ma scegliendo Mansutti al secondo turno non tutto però si risolverebbe, i numeri parlano chiaro... E solo un miracolo forse sarebbero quelle che lo scrittore Pennacchi in questi giorni ha definito le "brigate fascio comuniste" al governo della città.
Mario Leone
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