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Latina. Aeroporto, il capoluogo pontino è ancora in pole position. Sandro Antonelli lo sogna a Viterbo. Ma Walter Veltroni ha già detto di no...
«Nel lontano 1968 ebbi l’incarico da parte della Compagnia di bandiera di trasportare da Fiumicino ad Alghero la squadra della viterbese ed i suoi tifosi al seguito per un incontro di campionato». Il comandandate pilota Sandro Antonelli ripercorre quei momenti con la memoria.
«Decidemmo l’ing. Rocchi, patron della squadra, ed io che lui avrebbe fatto grande il calcio viterbese e che io mi sarei dovuto occupare di organizzare un aeroporto nella città dei Papi: ci separammo fiduciosi.
Era solo un pour parler salottiero, tra gentiluomini, ma era anche un sogno la cui realizzazione era fortemente voluta.
Da allora,e per tutti gli anni a seguire, questa idea di un aeroporto viterbese si è radicata in me non solo per motivi sentimentali, ma anche professionali. Ogni volta che iniziavo la discesa verso Fiumicino provenendo da Nord, la zona di Viterbo era lì sulla sinistra, libera da ostacoli per almeno 270°, un altipiano fatto apposta per decollare verso il mare più in basso, come il ponte di una grande portarei.
Anche con previsioni generali di nebbia, la visibilità in questa zona risulta ottima, perché l’aeroporto è posto a circa 300 mt. di altitudine, ventilato, e la nebbia si sa è un fenomeno di valle che spesso grava pesantemente sugli aeroporti del Tirreno a Nord e a Sud di Roma, particolarmente su Ciampino e Fiumicino, la cui atterrabilità, nelle situazioni di nebbia intensa, diventa possibile non prima all’incirca delle 11.00. Il discorso vale naturalmente anche per Latina e ancor più per Frosinone.
Tali condizioni di nebbia intensa si verificano quando l’Italia è sotto l’azione del ciclone delle Azzorre, che fa splendere il sole su tutto il Paese, segnatamente nei mesi estivi allorché il traffico passeggeri è più intenso, causando perciò enormi disservizi.
Quando fu aperto Fiumicino, l’aeroporto era collegato alla capitale dalla sola Via del Mare, assolutamente insufficiente, perché a due sole corsie di marcia, ma ciò non ha impedito che giungessero ogni anno milioni di passeggeri.
Le strutture inizialmente minime si sono man mano adeguate fino alle dimensioni attuali.
L’importante era che l’aeroporto fosse in grado di accogliere nella massima sicurezza gli aerei, il contorno si sarebbe poi sviluppato una volta accertata la portata delle esigenze.
Un aeroporto sarebbe per Viterbo la rivoluzione più auspicabile perché farebbe “decollare”, è il caso di dirlo, tutto il territorio». Peccato però che l'aeroporto si farà a Latina. Ci sarebbero già degli investitori privati, come ha comunicato qualche giorno fa l'associazione di Dino Lucchetti.
Ma soprattutto Walter Veltroni ha preteso che
il terzo scalo laziale abbia un collegamento ferroviario con Roma.
Dalla stazione di Latina ci vogliono
trenta minuti per arrivare in pieno centro contro i 71 minuti di
Frosinone e i 106 di Viterbo. Anche i numeri sono impietosi.
Andrea Apruzzese
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