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Latina. La cultura nel cuore. Luigia Berti: «Quello che manca ed è sempre mancato è un progetto che passi attraverso la formazione»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Luigia Berti, un nome e un volto molto conosciuto in città
per la sua professione, è una giornalista, e soprattutto per il suo impegno culturale.
Perché Latina dovrebbe avere come regista un uomo come Mansutti?
«I motivi sono moltissimi. È una persona concreta che ha un progetto per questa città
e che questa città ha dimostrato di volere. C'è questo disegno che tratta
temi importanti: dal PRG alla Cultura. È importante e necessario dare una svolta
a questa città. Gli ultimi cinque anni sono stati un segnale evidente, chiaro:
non si è lavorato bene. Mansutti è la possibilità di cambiamento».
Latina ha bisogno di una svolta? «Non è che non è mai stato fatto nulla. Pensiamo
al lato culturale: c'è sempre stato qualcosa. Quello che manca invece è un progetto
culturale che passi attraverso la formazione; dare la possibilità anche ai professionisti
o ai talenti di esprimersi per non essere solo spettatori. La cultura ha dei tempi lunghi
e il politico invece deve sbrigarsi. Sono in tanti il cui valore è riconosciuto altrove
ma non qui». Le percentuali danno ragione a Zac. Cosa potrebbe convinvere gli indecisi?
«Innanzitutto bisogna andare a votare. Io capisco chi non lo fa. Io per prima mi sono
occupata poco di politica. Capisco che spesso il panorama non sia particolarmente
edificante. Votare è il modo in cui noi possiamo far sentire la nostra voce.
Quindi: anche se è bel tempo, anche se il mare è vicino andatate a votare.
Poi credo che i fatti, i progetti, i piani di governo parlino da soli: votate Mansutti».
Elisabetta Rizzo
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