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Latina. Alla Galleria Lydia Palumbo Scalzi la personale di Raffaele Rossi. «Io sono quello che cerco, è una condizione di vita, il mio alimento»
Ai microfoni di ParvapoliS Raffaele Rossi, in questi giorni con le sue opere alla Galleria Lydia
Palumbo Scalzi, in via del Lido 37 fino a fine luglio. Un artista quotato a livello internazionale,
spesso in Europa, due volte ad Hong Kong. In quale Paese c'è più interesse per l'arte in generale
e la sua in particolare? «Senza dubbio l'Olanda. L'Olanda per me è la terra eletta, il luogo
dove la gente è più recettiva, curiosa, attenta». In Italia? «Sono poche le gallerie
che mi trattano. Non so dire perché. C'è poco interesse e poca volontà di conoscere.
Cosa che non avviene nelle terre del nord». Lei è interessato all'antroposofia
e all'esoterismo. Quanto questo interesse influenza i suoi quadri?
«È una parte fondamentale del mio lavoro. Non è una meta ma uno stato: io sono quello
che cerco, è una condizione di vita, il mio alimento. Sono un uomo curioso, voglio
conoscere, voglio sapere, il più possibile». Quale è stato il complimento che le ha
fatto più piacere? «Una signora anziana mi ha sorpreso con un'osservazione affettuosa,
dicendomi più o meno: non so perché mi piacciono, queste tele mi emozionano. E io le ho
risposto: questo è un bel complimento che vorrei in tanti mi facessero».
Claudio Ruggiero
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