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Latina. Ma è veramente triste questa città? Lidano Grassucci: «Io vedo tanta voglia di fare. E tante grandi piccole eccellenze... »
Ma è veramente triste questa città? Poverina l'hanno fatta quadro e squadro, opera di geometri senza fantasia. Il problema è che i geometri non avevano previsto che dentro le loro mura inanimate, partorite in studi di periferia ci sarebbero state poi le persone. Tanti piccoli omini che non riescono a riempire Piazza del Popolo ma riempiono la città. Vasco Rossi ci porta 18.000 persone a sentire senza tromba d'aria, in teatro c'è la mezzacalzetta divo romana poi scopri che c'è, anche, la compagnia amatoriale che mette in scena un'opera prima, senza pretese, ma divertente, un giovane di Latina pubblica nella collana che cura un libro di Unamuno e sulle sue “eresie” rispetto alla fede latina, le signore del centro anziani diventano chitarre d'argento e sembra un angolo d'Argentina.
E in piazza vengono a pattinare da tutta Italia e Piazza del Popolo diventa da mausoleo al dittatore, agorà democratica (nel senso che c'è il demos). Forse questa città se la guardi da sotto, se immagini dietro le mura dei palazzi, storie di gente, è pure bella perché non ha il sapore di muffa.
Sono venuto da posti non hanno strade ma “vico” perché il vicolo era troppo grande ed ha perso la “lo”. Questa città comincia ad entrarmi nel sangue, forse non è il posto più bello del mondo, ma è il nostro posto.
Un signore offre panzanella a tutti, senza niente in cambio. La mia gente ha combattuto fino a ieri per il pane, ora arriva gratis anche il companatico. Se questo non è un bel posto.
Io ho mangiato pane e mortadella con il pistacchio, ho guardato i muri del centro e... mi pareva Parigi, poi ho guardato in alto e a 319 metri sul livello del mare come la Eiffel c'era la mia Sezze, meglio di così.
Lidano Grassucci
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